AHRI: “Mettermi in gioco è il mio pane quotidiano” – L’intervista

Arianna Vitale, in arte AHRI, si presenta nel Blog in modo così sincero e schietto. Senza filtri. Si percepisce all’istante che ha tanto da raccontare e tanto da dire. Una donna da considerare come esempio, sostanzialmente. Un esempio per tutti coloro che non vogliono solo girare pagina, ma proprio vogliono e desiderano cambiare libro. Daje.

  • Ciao AHRI, benvenuta nel Blog. Raccontaci dei tuoi esordi, in che modo hai approcciato al mondo della musica?

Ciao Attilio. Innanzitutto grazie per lo spazio che mi stai offrendo.
La musica fa parte della mia vita da sempre, fin da quando ero bambina. Ne ho ascoltata parecchia, ho sempre
ballato e ho sempre avuto un grande orecchio musicale.
Purtroppo però, la vita non è sempre stata facile per me, e per molte ragioni famigliari non ho mai potuto
studiare o approfondire la materia.
Sono quindi andata a lavorare abbastanza giovane e altrettanto giovane sono diventata madre.
Ho sempre comunque cantato per passione, per un periodo il pianobar era il mio lavoro, negli anni ‘90.
Poi, nel 2013 sono rimasta disoccupata e ne ho approfittato per “fermarmi” un attimo e cercare
dentro me la mia nuova identità.
Ecco, in quel momento ho cominciato a scrivere.
E non ho più smesso.

  • Descrivi, se puoi, le sensazioni di mettersi in gioco.

Mettermi in gioco è il mio pane quotidiano.
A 43 anni ho cominciato a scrivere canzoni. A 46 ho preso in mano la chitarra.
A 49 ho cominciato ad occuparmi in prima persona del mio sito, dei miei social. Del mio profilo Spotify.
Quello che per i nati di questa generazione è normale ed immediato io ho dovuto impararlo ed ogni giorno
devo tenermi aggiornata. È un lavoro faticoso, snervante a volte. Ma io sono una perfezionista, una maniaca del controllo e amo avere in mano la gestione completa della mia attività.
Cosa provo? Tutto e tutto il contrario.
Felicità, eccitazione, senso di appartenenza. E ancora, paura, insicurezza, ansia da prestazione.
Non è facile per una donna in generale. Figuriamoci per donne della mia età.

  • Come sono nati i tuoi due EP “Semplicemente Ahri” e “Non Siamo le Maschere che Portiamo”?

Come tutti i miei brani, sono nati dalla mia penna. Io scrivo testi, musica e melodie.
Poi affido il tutto ad arrangiatori e produttori professionisti per la realizzazione del brano finito.
“Semplicemente Ahri” è il primo disco, di stampo fortemente autobiografico e sonorità pop ‘80 / ‘90.
7 brani che raccontano episodi di vita vissuta e/o che manifestano lati del mio carattere.
Per esempio “Insicura” ed “Emotiva instabile” parlano di questi 2 aspetti molto dominanti nella mia
personalità. Essere insicura e essere emotiva, ipersensibile sono i mie più grandi limiti. Ma allo stesso tempo, le mie più grandi forze.
“Non siamo le maschere che portiamo” è stato invece un disco di transizione, sia a livello musicale che sotto
l’aspetto concettuale. Ha ancora caratteri di autobiografia ma più superficiale. Non ci sono al suo interno veri e propri racconti di vita, ma sensazioni. Punti di vista, emozioni, considerazioni.
Per esempio “Bastava poco” e “Immagino”, mentre “Ricordi di lei” parla in terza persona di me, della mia
difficoltà a lasciarmi capire ed apprezzare.

  • Il singolo “Non chiamarlo Amore”, invece?

“Non chiamarlo amore” invece è stato un singolo a tema. Volevo scrivere qualcosa di meno egocentrico e più “sociale” e, considerato che il tema della violenza in qualche modo mi appartiene come bagaglio di vita, ho deciso di scrivere un brano che parlasse di violenza domestica, più sotto l’aspetto psicologico che fisico, però.
In sintesi, il brano vuole essere uno spunto di riflessione per quelle persone che confondono l’amore con
l’egoismo, la manipolazione, la sudditanza e la prevaricazione.
Questo tipo di violenza è molto più frequente di quello che si creda e coinvolge donne, uomini, genitori e figli.
Per facilità di ascolto ho scelto una tipica situazione donna/uomo ma il messaggio è universale.
Ogni frase è scritta in modo semplice e diretto ma ha un significato preciso, e andrebbe letta con capacità di
analisi.

  • Raccontaci un aneddoto particolare durante la tua carriera.

La prima persona a cui feci ascoltare “Insicura” mi disse che era banale. Era il 2014.
Ad oggi, però, è ancora tra le canzoni più ascoltate su Spotify e proprio pochi giorni fa è stata scelta per
essere inserita in una Playlist importante.

  • Che musica ascolti ultimamente?

Ultimamente, dall’estate 2019 per la precisione, ascolto musica indipendente ed emergente.
Me ne sono innamorata al punto che sul mio sito ufficiale ho inserito un’intera sezione dedicata e, a
tempo perso, scrivo articoli sugli artisti presenti nella mia Playlist Spotify a noi emergenti dedicata.

  • Con quale artista vorresti collaborare, in particolare?

Bella domanda. Se parliamo di collaborazione artistica, quindi un brano insieme, mi piacerebbe collaborare
con Levante o Carmen Consoli. Invece per quanto riguarda gli emergenti mi piacerebbe collaborare con
Francesca Incudine o Roberta Giallo o Giorgio Stammati o Riccardo D’Avino. Insomma ci sono tanti artisti che
mi piacciono, più o meno popolari.

  • Riguardo il prossimo EP, hai qualche news da anticiparci?

Al prossimo EP sto ancora lavorando.
Nel frattempo però ho pubblicato ieri un singolo. Nato in 2 ore. Si intitola “Fermati” e rappresenta un
messaggio dalla Terra all’uomo.
Registrato e prodotto in remoto con la collaborazione di Clemmy Della Rocca, Il brano da ieri è online sotto
L’etichetta Clemmy Communication.
Nel frattempo, il brano “Una bambina” è in fase di mastering.
Su quest’ultimo brano mi gioco le prossime candidature ai più grandi premi italiani (e incrocio le dita).

  • Per concludere, ringraziandoti per la disponibilità e augurandoti un in bocca al lupo per tutto, ti lascio uno spazio tutto tuo per salutare i tuoi fans e i Readers del Blog.

Ringrazio nuovamente te e il tuo Blog per la visibilità che date a noi artisti.
Poi saluto tutti coloro che apprezzano la mia persona e la mia musica … e coloro che invece non mi
conoscono e magari vorranno approfondire, facendo un salto sul mio sito www.ariannavitale.com o sui miei
profili social.
Io, lo ricordo, sono in rete e ovunque come AHRI Arianna Vitale.


Readers, potete seguire e ascoltare AHRI su Facebook, Instagram, YouTube, Spotify, SoundCloud e sul suo sito web.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


Vi lascio con il nuovissimo singolo (appena uscito) “Fermati“:


 

Condividi su: