“Call Me Mad”: Il nuovo singolo dei Red Roll – L’intervista

Inizio ad ascoltare “Call Me Mad“, il nuovo singolo dei Red Roll che anticipa il prossimo album, e vengo sommerso da un sound così potente e deciso. Un sound prepotente, arrogante. Caspita, mi attira come la calamita attira il ferro. Qui ogni strumento si potrebbe selezionare ed estrapolare. Mi piace quando ogni strumento ha il suo spazio senza essere dominato dagli altri.

Tant’è vero che la chitarra risulta energica ed influente attraverso i suoi riff estremamente marmorei. Dei riff veementi. La batteria, poi, si presenta in modo prestante, vigorosa. In modo autorevole. E come se non bastasse il basso, con quelle quattro grosse corde, sembra quasi che stia prendendo fuoco. Rendendo l’atmosfera arroventata. Incandescente, proprio. “Call Me Mad” ha un ritmo impudico e stuzzicante. Dove c’è solo da scalpitare. Wow.

E per terminare, la voce. Oddio sembra quasi che provenga direttamente dalle tenebre. A tratti enigmatica, tetra. Una voce arcana. Una voce impenetrabile. Che dire, sono molto curioso di ascoltare il nuovo e prossimo album. Daje.

Ora, però, non ci resta che conoscere meglio i Red Roll:


  • Ciao ragazzi, benvenuti nel Blog. Raccontateci dei vostri esordi, come vi siete conosciuti?

Ciao, e grazie per questo spazio nel tuo Blog! Siamo quattro ragazzi della provincia di Bologna, veniamo tutti da piccoli paesi dell’appennino Bolognese. Presente quelli dove ci si conosce tutti? Ecco! “Red Roll” nasce ufficialmente in questa formazione ad inizio estate 2018 ma il rapporto che ci lega, di amicizia e di esperienze comuni in band passate, dura credo da oltre 15 anni!

  • Quali sono gli artisti che vi ispirano?

Domanda difficile! Tutti e quattro abbiamo un background musicale comune ma con sfumature ed influenze leggermente diverse. Punk, rock, grunge ma anche metal! Probabilmente ad oggi, se dobbiamo fare nomi, gli artisti che più ci accumunano come gusti e ai quali ci ispiriamo sono i Biffy Clyro, i Foo Fighters, gli Alter Bridge e i Muse. Sono band molto diverse tra loro, ma in ognuna di esse, per motivi diversi, abbiamo i nostri punti di riferimento.

  • Da dove deriva il nome Red Roll?

Tappeto Rosso, è il nostro logo. Un facciotto stilizzato con una lunga lingua rossa! Il nostro significato relativo al nome è una porta di ingresso verso il personale mondo di ognuno di noi fatto di paure, sogni e suggestioni. Verso quella parte più intima dell’essere di ognuno di noi. Per noi è la porta verso il fare musica che rappresenta forse la nostra parte più intima, più personale ma ci piace credere e pensare che per ognuno questa porta possa condurre a qualcosa di diverso.

  • Col vostro prossimo album, che messaggio volete trasmettere a chi lo ascolta?

Crediamo tanto in questo disco. La prima parola che mi viene in mente è “sincero”! Sincero perché lì dentro sono finiti tutti i nostri quattro mondi e si sono miscelati dando vita a “At The End The Beginning”. Non ci siamo mai posti troppi problemi a monte della stesura dei brani, abbiamo fatto qualcosa che ci piaceva, pensando a noi. Sarà che ormai non siamo più così giovani, non siamo alla ricerca di qualcosa o di approvazioni. Facciamo ciò che ci piace fare!

  • Col vostro singolo “Call Me Mad”, appena uscito, invece?

Questo brano è l’ultimo che abbiamo scritto, nato nella settimana prima delle registrazioni e “chiuso” alla notte in studio dopo le sessioni di registrazione degli altri brani. Abbiamo scelto questo brano come primo singolo Red Roll perché pensiamo sia quello che più di tutti ci rappresenta, fornisce una panoramica di quello che Red Roll è, nelle sue diverse sfumature stilistiche e di influenze! Un brano di pancia, diretto, senza fronzoli. Che è poi quello che ci piacerebbe passasse del nostro modo di fare musica. Ci piacerebbe passasse un’emozione diretta, istintiva! Il testo invece parla dei punti di vista. Cos’è la pazzia? Chi è pazzo? Parla della necessità di dover sempre razionalizzare tutto, di dover sempre dare un nome, una parola a qualsiasi cosa. Anche a “cose” che non possono essere razionalizzate e chiuse dentro ad un vocabolo.

  • Com’è il vostro approccio per dar vita ad un brano? Partite dalla musica oppure dal testo?

Sinceramente non seguiamo una “metodologia”! Dipende molto da brano a brano! Alcuni sono nati da un’idea di testo, in altri siamo partiti da un giro di chitarra, da un riff. Partiamo da un’idea che sia di testo, di musica o di suggestione non importa. Come dicevamo prima, arriviamo da influenze musicali diverse e crediamo che la nostra forza sia proprio nella libertà creativa che abbiamo quando scriviamo. Il non-schema che utilizziamo è un flusso di idee in cui entra la soggettività di ognuno. Anche per questo motivo crediamo sa difficile circoscrivere i nostri brani all’interno di un genere. Dentro al disco però c’è un brano in particolare sul quale vorremmo spendere una parola riguardo a questo argomento. Durante il periodo della quarantena abbiamo “lanciato” una richiesta su Instagram. Volevamo scrivere la prima canzone collettiva! Abbiamo dato un argomento “l’idea di libertà”, e chiesto a chiunque ne avesse voglia, da qualsiasi parte del mondo, di scrivere una parola, una piccola frase su questo argomento. E tutti i commenti avrebbero formato il testo del brano. Sono arrivati moltissimi commenti ed è stata davvero una bella sfida creare questo brano. Alla fine abbiamo aggiunto solamente nel ritornello parole nostre, scritte da tutti e quattro assieme per legare tutto il testo, e l’abbiamo chiamata L’urlo del Mondo, “The World Scream”!

  • Raccontateci un aneddoto particolare sul vostro percorso.

Difficile raccontare un solo episodio. Il microcosmo di una band crediamo sia davvero particolare e porta a condividere molte cose. Stando tanto assieme per prove, concerti, condividendo camere nelle situazioni più disparate e disperate. I lunghi viaggio sul nostro fedele pulmino Ragnar. Ci si impara a conoscere, è un po’ come un rapporto di coppia a quattro. Ecco in tutto questo di cose ne capitano tante, ma meglio non approfondire! Se invece dobbiamo pensare ad un momento di “svolta” nel nostro percorso forse è stato quello della quarantena. In quella situazione di blocco forzato e di distanza è emerso con forza il bisogno di buttare fuori la nostra voce. Abbiamo lavorato tanto e scritto tanto, trovato l’etichetta che poi ha prodotto il disco “(R)esisto” e dato il via in modo concreto a quello che è questo lavoro.

  • Per il futuro, che progetti avete?

In primis promuovere questo lavoro. In tutte le situazioni possibili. Certo, oggi con internet si può davvero fare tanto, arrivare a tantissima gente, ma crediamo che la nostra natura sia primariamente live, crediamo nella potenza di un concerto dal vivo ed è questa la dinamica in cui crediamo di riuscire a dare il nostro meglio. Stiamo quindi cercando di organizzare un grande tour in club, locali, ma non solo; anche in situazioni dove questo genere di cose non sono consuete. Vedremo! Presto sui nostri canali pubblicheremo tutte le date e le informazioni.

  • Concludendo, ringraziandovi per la disponibilità e augurandovi un in bocca al lupo per tutto, vi lascio uno spazio per salutare i vostri fans e i Readers del Blog.

Grazie a te per lo spazio che ci hai dedicato! Vorremmo invitare tutti i lettori a fare un giretto sui nostri canali e ad ascoltare “Call Me Mad” lasciandoci un parere, un commento. Una suggestione! Dateci un feedback, anche se il brano vi ha fatto schifo! Ahaha!


Voto: 9.5Un brano che mi ha scosso in maniera disarmante. Quanto impeto, oddio. Sonorità travolgenti. Sonorità vivide e ricche di watt che trascinano e invitano. Tutto ciò è nutrimento per il mio spirito. Sarebbe perfetto se ci fosse un assolo proporzionalmente rilevante.


Recensione e intervista esclusiva di Attilio Salaris


Red Roll

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Red RollCall Me Mad:



 

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