Danielpix: “Il mio intento è quello di emozionare” – L’intervista

Danielpix si sta per raccontare nel Blog. Un artista che al posto delle vene ha corde di violino. Un artista che al posto del sangue ha spartiti e note musicali le quali fluttuano libere e spensierate. Poesia. C’è da dire, inoltre, che il violino è uno strumento che mi ha sempre affascinato. E il binomio violino/rock&roll lo trovo davvero interessante. Un binomio che desta attenzione e curiosità. Coinvolge, stimola, appassiona. C’mon.

Ora conosciamo in modo più dettagliato Danielpix:


Ciao a tutti e grazie per avermi dato questa possibilità. Posso dire di aver cominciato a comporre già verso i 13 anni, quando ancora ascoltavo soltanto musica leggera; col tempo cominciai ad apprezzare il rock e soprattutto il metal melodico. Iniziai a far parte di varie rock bands come tastierista e compositore. Dopo lo scioglimento dell’ultima band decisi di intraprendere la carriera da solista. Diciamo che Danielpix è influenzato da due stili diversi: Ludovico Einaudi (classica contemporanea) e Nightwish (symphonic metal).

⇒ Danielpix non è altro che l’unione tra il mio nome ed il mio cognome. Lo usai anni fa come come alias per un mio blog e da lì mi piacque!

“Rhapsody in Dark” vuole trasmettere l’idea che la musica da sola può emozionare, far riflettere e soprattutto far sognare.

Ascolto molto il rock/metal, mi piace la carica energica, ma quando capita ascolto anche pop e classica moderna.

Mi piacerebbe tantissimo collaborare con Tuomas Holopainen (compositore dei Nightwish) e con Ludovico Einaudi.

Per il momento ho in mente di lavorare ad un mio terzo album ma mi piacerebbe anche creare alcune colonne sonore per qualche film.

Mi potreste vedere/ascoltare in qualche stazione/aeroporto provvisto di pianoforte!

Vorrei ringraziare tutti quelli che mi seguono e soprattutto i futuri ascoltatori; ricordatevi che il mio intento è quello di emozionarvi e spero di riuscirci almeno in parte!


Readers, potete ascoltare “Rhapsody in Dark”, l’album di Danielpix, su Spotify.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


 

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