“Dentro gli occhi di Clint”: Il nuovo Ep di Potena – La recensione

Il nuovo Ep di Potena, “Dentro gli occhi di Clint“, inizia proprio con la canzone omonima. Una canzone circondata dalle note del pianoforte. Il quale regala raffinatezza ed un leggera sensazione di malinconia. Una canzone pacata, flautata. Da mettere in evidenza la presenza di strumenti aerofoni. Ed è un valore aggiunto sentire e perdersi attraverso le melodie diffuse da questi strumenti di ottone.

Con “Sudo Sud“, la seconda traccia dellEp, proseguono le sonorità propagate dal sax, dalla tromba e dal trombone. Caspita quanta delizia. Un brano gradevole in cui c’è spazio anche per gli assoli di tastiera e chitarra elettrica. Non me li aspettavo mica, considerando che si tratta di un genere abbastanza moderato. Un genere pop. Mentre torna l’atmosfera un po’ dolente con “Tra la Terra e la Luna“. Qui si respira l’afflizione, la nostalgia. Qui si respira la tristezza. Non solo, si respira anche l’intensità. Ogni tanto le sei corde si affacciano regalando del puro trasporto. Specialmente durante l’assolo. Un assolo ornato da bending, i quali non fanno altro che attirare.

Tutto d’un tratto l’Ep si trasforma. “Burian” e “Hollywood” esplodono con questo sound jazz. Wow, sembra di vivere pienamente gli anni ’20. Un ritmo che porta solo a schioccare le dita, ad accompagnare. Inoltre, non posso far altro che immaginare di ascoltare queste due tracce da una di quelle radio a valvole esterne. Il fascino. Da risaltare, poi, la tastiera ed i suoi effetti che ricordano molto il gospel. Una tastiera che diventa un organo.

Dentro gli occhi di Clint“, il nuovo Ep di Potena, termina in modo enigmatico quasi. E termina tramite “Dani“. La chitarra elettrica che manifesta del mistero. Manifesta oscurità e incognita. Un brano denso, cupo, profondo. Un brano che trasmette tanta sensualità. Tanta. Tantissima. Questa lentezza è nutrimento per il mio spirito. Senza dubbio, il mio brano preferito di tutto il progetto. C’mon.


Voto: 9.5In questo Ep ho rispolverato la bellezza verso gli strumenti di ottone. Verso le sonorità jazz e gospel. Come se non bastasse si avverte la maestria, l’esperienza, l’abilità e la tecnica dei musicisti. E quando tutto ciò è abbinato all’emozione, diventa disarmante. Letale. 


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


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