“Everything’s Not Lost”: Il nuovo album dei Fixes – La recensione

Everything’s Not Lost“, il  nuovo album dei Fixes, si presenta con questo sound leggero contornato da un riff di chitarra morbido e delicato. Con la prima traccia, “September“, è la batteria che attira maggiormente la mia attenzione. I suoi cambi di ritmo regalano del puro interesse.

Il tratto melodico si può considerare come punto di riferimento per i Fixes. Con “Future Never Lies” e “Lost” si percepisce anche una natura profonda. Calda. Un pop-rock avvolgente. Mentre è arrivato il momento della ballad: “Highlands“. Sonorità acustiche, dolci, affettuose. Sonorità aggraziate e gentili. Sonorità gradevoli.

Tutto questo riguardo procede attraverso “The Sound of a Broken Heart“. Più che riguardo avverto della malinconia. Avverto angoscia e tormento. Solo verso il finale della canzone il ritmo diventa movimentato, trascinante. Energico. Caspita. Ma il dolore mica svanisce ed evapora. No, con “Thank You“, “Faith” e “Time Flies” prosegue. L’atmosfera addolorata è data soprattutto dal pianoforte, nella prima citata. Nelle altre due, invece, è data grazie ad un arpeggio lento. Lentissimo. Il quale manifesta, in entrambe, solo inquietudine. Sofferenza.

Il clima si fa distensivo tramite “Don’t Give Up“. Una traccia moderna, al passo con i tempi. Vibrazioni fresche. Però anche qui si respira, come sottofondo, una sorta di preoccupazione. Preoccupazione che si palesa tranquillamente con “Sorry“. Oddio, sembra di dover trascinare tutto il peso di una croce in modo perenne e inesorabile. Comunque, mi piace come termina “Everything’s Not Lost“, il  nuovo album dei Fixes. Termina in maniera angelica quasi. In maniera soffice. C’è spazio anche per alcuni instanti di pura intensità. Di pura vivacità. Daje.


Voto: 7.5Un album dalle sfaccettature garbate ed affinate. Non solo, però. Qui prende fuoco un’essenza ricca di strazio. Qui si respira l’afflizione. Diciamo che mi aspettavo di respirare un’aria un po’ più serena e rilassante. Tuttavia, da rimarcare l’abilità e l’esperienza negli strumenti.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


FixesSeptember:


 

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