I Bunnyblack e il loro primo EP omonimo – La recensione

Indubbiamente la copertina del primo EP omonimo dei Bunnyblack è molto singolare, non c’è che dire. Com’è estremamente particolare la loro musica, il loro sound. Il quale rappresenta il loro contrassegno. Rappresenta le caratteristiche peculiari di questo duo siculo.

L’EP, formato da quattro brani, sembra quasi che sia stato invaso e colonizzato dai videogames. Divertente ascoltarli. “Abisso” contiene un riff leggerissimo di chitarra. Un riff morbido. Si percepisce appena. Una voce, poi, che sembra trasmessa in un grande schermo come se fosse un extraterrestre in cerca di comunicare con la Terra.

Perfino i titoli dei brani sono fuori dal comune. “K“, la seconda traccia, trasmette e fa rimandare indietro nel tempo. Quando da ragazzini, negli anni ’90, abbiamo per la prima volta conosciuto il Game boy. Ora è antiquariato, proprio, ma all’epoca era una rivoluzione. La tecnologia che avanza inesorabilmente. Mentre in “Walls Of People” l’immaginazione porta addirittura ad essere all’interno di un videogioco. Abituato al rock&roll puro e crudo, non credevo potesse esistere un sound simile. La sorpresa è sempre lì ad aspettarci. Con l’ultimo brano “All That Remains” il suono si presenta con questo ritmo da ballad. Una rock-ballad. Una ballad emotiva e raffinata. Una ballad che cresce d’intensità. Efficace. Si può considerare il mio brano preferito di questo EP omonimo dei Bunnyblack.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


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