“III” il nuovo album di A Day in Venice – L’intervista

Ascoltando il nuovo album di Andrej Kralj (in arte A Day in Venice), “III“, si bussa alla porta di un riff soffice e una voce estremamente calda, la quale a tratti possiede quel raschio giusto, direi. Una voce che quasi quasi sembra chiedere aiuto. Si tratta del primo brano, “Dark Electricity“. Un brano raffinato. Efficace. Proseguendo con “Walls of Madness“, ciò che contraddistingue il suono è la presenza più importante della batteria. Ritmo e leggerezza. Inoltre, da risaltare l’assolo. Un assolo ricco di melodia e virulenza. Mi piace.

Il sound, appena appena più energico, appare con “Tunnel of Flashy Lights“. Finalmente si percepiscono i riff decisi e veementi assieme ad un sound molto particolare. Tutta questa decisione continua con “Her Body Rocks“. Il primo pensiero, ascoltando questa traccia, mi ha portato direttamente su uno dei miei film preferiti, “Il Silenzio degli Innocenti“. Infatti, mi è venuta in mente “Goodbye Horses” cantata da Buffalo Bill. Ritmo anni ’80. C’mon baby.

E’ arrivato, eccome se è arrivato. Il momento dell’hard-rock. “Prison Is a Red Sky” contiene un riff davvero potente e possente. Duro, crudo. Quasi grezzo nonostante la sua bassa velocità. Ma pur sempre attizzante. Yeah. E dopo questa passata di adrenalina, arriva pure la ballad “I Am Nowhere in Time“. Quanta tenerezza sebbene ci siano le sei corde le quali hanno solo voglia di sfogarsi e strillare. “III“, prosegue con “The Golden Stone“. Traccia che crea un’atmosfera distensiva contornata dalle onde del mare come sottofondo. Un po’ di relax non fa mai male. Specialmente prima che si affacci “Temple of the Dog“. Puro calore, tutto si scalda. L’anima diventa rovente. Una delle mie preferite di questo album. Come se non bastasse, tutto questo impeto è presente anche nell’ultima traccia, “Far“. Ma non subito. Bisogna attendere. L’attesa è piacere. Arriva, caspita se arriva. Sbam. Rock&roll.


Ora, invece, è il momento di conoscere meglio Andrej Kralj (in arte A Day in Venice).

  • Ciao, benvenuto nel Blog. Raccontaci dei tuoi esordi, chi ti ha ispirato musicalmente?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita, soprattutto la musica rock, come i Pink Floyd, ma anche il metal degli Iron Maiden.

  • Raccontaci come mai hai scelto questo nome, “A Day in Venice”.

Fino al 2010 suonavo come chitarrista in vari progetti musicali, nel 2013 ho iniziato a comporre dei nuovi pezzi e produrli da solo nel mio home studio »Venice« e ho pensato di chiamare la musica e ciò che lì nasceva, A Day in Venice, quindi un giorno a Venezia, anche per la magia che Venezia evoca.

  • Che messaggio vuoi trasmettere con la tua musica?

La musica emoziona, e credo che l’emozione sia ciò che ci caratterizza come persone.

  • Raccontaci un aneddoto particolare durante la tua carriera.

L’evento che per primo invade i miei pensieri è purtroppo la morte di un amico e batterista con il quale siamo andati in tour con la mia prima band, prima ancora della nascita di A Day in Venice.
Invece un ricordo piacevole ed interessante è il debutto live di A Day in Venice a settembre, con Paolo alla voce. In due abbiamo eseguito tre pezzi dal nuovo album con chitarra e voce. L’evento era in occasione di una mostra fotografica in un ambiente molto suggestivo con un pubblico molto vario, per una buona parta assolutamente distante da questo genere di musica. E comunque abbiamo ricevuto innumerevoli complimenti e commenti molto positivi dopo lo show. 

  • Che musica ascolti ultimamente?

Ultimamente ascolto meno musica. Trovo interessante la cantante austriaca Soap and Skin.

  • Con quale artista vorresti collaborare?

Con David Gilmour, anche se in realtà Paolo è un eccezionale chitarrista.

  • Che progetti hai per il futuro?

Pensavo di ampliare i live con più musicisti, magari anche un cellista.

  • Quando ti potremo vedere live?

Allo stato attuale non ci sono previste date. In ogni caso potrebbe capitare di aver modo di vederci dal vivo l’anno prossimo, se ci sarà l’occasione per suonare in location adatte.

  • Per concludere, ringraziandoti per la disponibilità e augurandoti un in bocca al lupo per tutto, ti lascio uno spazio tutto tuo per salutare i tuoi fans e i Readers del Blog.

Grazie, buon tutto a tutti. Grazie Attilio!


Readers, in conclusione, vi lascio con il video di “Her Body Rocks“.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris




 

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