Mi chiedono un parere clinico i Punk Freud sul loro primo e omonimo EP. Si presentano simpatici, giocherelloni, critici e ironici con testi e temi decisamente originali e “moderni” e con il loro sound punk, crudo e deciso. Un punk psicoanalitico per l’esattezza.
L’11 giugno è uscito il primo EP della band milanese.
“Quattro tracce che promettono di curare il mondo da nevrosi quali il veganismo, la depressione indotta da trap e la compulsione a fare i risvoltini ai pantaloni”.
Parole della band. Ed io come potevo lasciarmi sfuggire questa ghiotta occasione per recensire il loro lavoro.
Il punk non è solo ribellione sfrenata, è anche divertimento, mettere in evidenza i disagi della società moderna. E con il loro EP, i Punk Freud ci sono riusciti. Bravi. Tremendamente coinvolgente il ritmo di tutte e quattro le tracce, riff determinati e granitici. Batteria ferrea e robusta, voce che quasi mi fa ricordare Giovanni Lindo Ferretti dei Cccp. Ai bei tempi, diciamo.
“Disturbo vegano dell’alimentazione” mi ha fatto morire dal ridere. Molto simpatica.
Inoltre da mettere in risalto i loro nomi d’arte. Riconducibili ad altri personaggi, tra cui uno su citato da me.
Infatti, dalla loro pagina Facebook, tra le informazioni, si possono leggere i membri che compongono i Punk Freud. Che sono Sigmund Prokust: basso e basso ventre, Eddie Poe: chitarre incestuose, Peter Panic: madide pelli e Giovanni Lindo Cerletti: elettrodi convulsivanti. Sempre parole della band.
Per concludere il mio parere clinico. Questa nuova scienza, denominata “punk psicoanalitico”, potrebbe essere in maniera indiscutibile la cura dei mali trattati in questo EP.
Si consiglia: un ascolto quotidiano per più volte al giorno, l’acquisto di questo EP punkeggiante, presenza fisica ed esuberante nei loro live. Ed infine per completare la cura con estremo successo, si consiglia la visione nonché l’ascolto del video qui giù allegato. Augh.
Recensione esclusiva di Attilio Salaris