Intervista a Giuseppe Scarpato: “Quando Edoardo Bennato veniva ad ascoltarmi in incognita”

Giuseppe Scarpato posso definirlo uno dei miei chitarristi preferiti. Ha un tocco, uno stile, un carisma musicalmente e artisticamente unici e allettanti. Con la sua chitarra elettrica trasmette tutta l’energia, proprio “sprizza” energia da tutti i pori.

Chitarrista, compositore, autore e fondatore del “Hillside Power Trio”. 

Giuseppe Scarpato l’ho visto live, purtroppo, due sole volte in Sardegna: la prima è stata a Terralba nell’estate del 2015 con Edoardo Bennato, la seconda con Piero Pelù a Golfo Aranci nel 2016 (in cui, molte ore prima del concerto, ho avuto il piacere di farci anche una foto assieme).

Oggi vengo omaggiato e ho il grandissimo onore nell’intervistare proprio lui, Giuseppe Scarpato.

Ho alcune curiosità da soddisfare.


  • Ciao Giuseppe, parlaci dei tuoi esordi. A che età hai cominciato a suonare la chitarra e chi ti ha ispirato?

Ciao Attilio, a suonare la chitarra ho cominciato tardi, a 16 anni. I chitarristi che mi hanno ispirato all’inizio sono innanzitutto: Pino Daniele, Eric Clapton, Mark Knopfler e Jimmy Page.

  • Come hai conosciuto Edoardo Bennato?

Edoardo Bennato l’ho conosciuto verso la fine degli anni novanta, nel ’97. Io suonavo tantissimo nei Club napoletani specialmente, e c’è stato un periodo che lui si innamorò del mio Trio e mi veniva ad ascoltare quasi tutte le sere. Però in incognita, stava in disparte. Mentre un giorno si è avvicinato e abbiamo fatto amicizia, poi all’improvviso mi ha proposto di partire in tour con lui assieme a tutta la mia Band, quindi con tutto il mio Trio. E oramai sono 20 anni che sono con lui. Quindi da 20 anni che giro in tour con lui, con la Band che nel corso degli anni è cambiata.

  • Com’è girare in Tour con Edoardo Bennato e tutta la Band?

Ora con la Band attuale, che siamo da circa 10 anni assieme, c’è un grosso feeling, un grosso affiatamento. Oltre al lavorare assieme, siamo molto amici. C’è proprio una sintonia perfetta sia musicale che personale.

  • Con quale artista ti piacerebbe collaborare?

Ce ne sono tanti del passato e del presente. Ho tanta stima per Francesco De Gregori. Uno dei miei artisti preferiti, e quando mi chiedi con chi mi piacerebbe collaborare, cito senza dubbi lui.

  • Hai un tuo chitarrista preferito?

Non riesco a darti un solo nome, ce ne sono davvero tanti. Ti direi David Gilmour, Jimmi Page e The Edge, il chitarrista degli U2.

  • Raccontaci un aneddoto particolare durante la tua carriera.

Aneddoti particolari ce ne sono tantissimi, e tanto lunghi da raccontare. Però una cosa che mi è rimasta come ricordo che me la porto sempre dentro riguarda la prima volta che ho suonato nel progetto “Notte delle Chitarre”, nel 2002. E’ un progetto che racchiude i migliori chitarristi italiani, chiunque abbia legato il proprio nome ad un cantante o cantautore famoso. Quindi per me, ritrovarmi la prima volta sul palco con chitarristi come Maurizio Solieri,  Ricky Portera, Alberto Radius, Mario Schilirò, insomma tutti i chitarristi che hanno dato un segno alla chitarra elettrica nella musica italiana e con i quali io sono cresciuto. E’ stata una cosa molto importante.

  • Cosa ascolti ultimamente?

Credo sempre che ascoltare musica anche molto diversa da ciò che suono e da ciò che mi piace, sia un modo per crescere. Mi piace veramente di tutto: dai Foo Fighters a Elvis Costello. Comunque le cose che ascolto più volentieri sono i Beatles.

  • Che idea hai sulla condizione della musica in questi tempi?

Non mi piace lamentarmi sempre del fatto che la musica sia cambiata in questi anni. La musica è cambiata inevitabilmente perchè sono cambiate le tecnologie e per colpa o grazie a queste è cambiato il modo di fare musica. Piuttosto che lamentarsi sempre, bisognerebbe provare ad adeguarsi e adattarsi e andare avanti a trarre benefici dalle novità che hanno portato inevitabilmente sia benefici che difficoltà. Una volta un disco di successo vendeva un milione di copie in Italia. Oggi un disco di successo forse supera le 50.000 copie vendute. Già questo valore ci fa capire quanto sia difficile oggi fare musica nel nostro paese. Quindi bisogna darsi da fare. E’ un periodo in cui c’è tanta voglia di fare musica da parte di tutti, però non è così facile come può sembrare. Molti pensano che la musica sia quello che si vede in quelle poche trasmissioni in tv, che sembra facciano musica e che sia tutto facile. Mentre in realtà, la musica vera è da tutt’altra parte. Le nuove generazioni sembra che se lo siano dimenticato, o forse non l’hanno mai saputo. Ci vorrebbe qualcuno che facesse tornare un pò tutti con i piedi per terra e facesse capire realmente cosa significa fare musica e cosa significa intraprendere una carriera musicale con degli obbiettivi, con delle speranze, con dei sogni. Bisogna anche capire che veramente la maggiorparte sono sogni un pò impossibili da realizzare. Non tutti ce la possono fare. Non voglio essere pessimista ma il miraggio della “fama” è troppo sbandierato come una cosa facilmente raggiungibile. Innanzitutto la musica è una bella passione che va coltivata con lo studio, con la costanza e con l’impegno per poi avere la possibilità di raggiungere degli obbiettivi.

  • Quali progetti hai per il futuro?

Quello di continuare a fare il lavoro che mi piace. Ho appena ultimato gli arrangiamenti alla produzione del nuovo disco di Edoardo Bennato che esce ora alla fine di novembre. Inoltre sto seguendo la produzione e all’arrangiamento di altri due lavori discografici per due cantautori giovani che vedranno la luce fra poco. Mi piace lavorare parallelamente sia all’attività live (del mio Trio e della Band di Edoardo) che nello studio di registrazione e negli arrangiamenti. E’ un aspetto molto esauriente della musica ed è anche molto molto interessante che completa il mio lavoro come chitarrista.

  • In chiusura, ringraziandoti per la disponibilità, ti lascio uno spazio per salutare i tuoi fans e i lettori del Blog.

Grazie di tutto e viva la musica dal vivo!


Come si fa a non stimare e apprezzare una persona, un artista così (?!). Che la musica live sia con voi. 


Intervista esclusiva di Attilio Salaris





Edoardo Bennato & Band


 

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