Intervista a Irene Loche, l’Eric Clapton della Sardegna

Definisco Irene Loche l’Eric Clapton della Sardegna, poichè è stato il mio primo pensiero appena l’ho sentita live qualche anno fa. Lo stile musicale ricorda tanto i “vecchi” bluesmen seduti su una sedia al centro del palco con solamente una chitarra e una bottiglia di Whisky a suonare del buon vecchio e sano Blues.

Irene Loche è un’artista sarda, di Oristano. Si può presentare come una chitarrista, cantante e compositrice. Con una voce raschiante e dannatamente Blues.

Infatti, tra Blues e acustico porta avanti il suo progetto solista di brani inediti che descrive in musica esperienze, emozioni e colori che più la rappresentano.

Dall’energia dei palchi calcati con il Trio Blues Sunsweet Blues Revenge (“Mamma Blues”, “Bloom in Blues”, “Italian Blues River”, “Out of the Blues” Samedan, “Ameno Blues”,“Pistoia Blues”) Irene Loche si scopre e si riscopre in questo progetto solista, intimo, in cui sonorità Folk e Soul si incontrano, dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti.

Dal 2015 è ufficialmente artista Magnatone, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young e tanti altri. Ammirevole. L’8 gennaio dello stesso anno è uscito il suo nuovo disco EP “Garden of Lotus”.

Ora conosciamola meglio.


  • Irene, raccontaci dei tuoi esordi, a che età hai cominciato a suonare la chitarra? Chi o cosa ti ha”influenzata”?

Ho iniziato davvero da piccolissima, avevo 7 anni quando iniziai a suonare. Sono cresciuta in un ambiente musicale, in casa non sono mai mancati dischi e una chitarra. Credo la fortuna più grande sia stato avere dei genitori che hanno sempre incentivato e sostenuto questa passione e l’amore per la musica. Con il tempo ho raccolto diverse esperienze, viaggiato tanto e conosciuto persone veramente meravigliose. Il vero cambiamento è stato nel 2008, quando m’innamorai del Blues. Il Blues è stato ed è il filo conduttore, è ciò che mi ha portato avanti e tutt’ora lo fa.

  • Raccontaci un aneddoto particolare durante questi anni.

Namm Show 2013, io e Gian Luca Canu (primo collaboratore, bassista delle Sunsweet Blues Revenge e mio miglior amico) persi in un mare di gente che rimbalzava da uno stand e l’altro. Il Namm Show è una grande fiera musicale, la più grande al mondo, e si tiene in una struttura enorme a Los Angeles (USA). Non so perchè ma il caso ha voluto che ci trovassimo vicino allo stand della Magnatone, una casa di amplificatori e chitarre boutique americana, che io non conoscevo. Luca spronò ad avvicinarmi per provare uno degli ampli, convinto che non solo mi sarei innamorata, ma avrei trovato il suono che cercavo. Aveva ragione. Provai lo Stereo Twilighter e sapevo che non sarei tornata più indietro. Si avvicinò il CEO della Magnatone e mi disse che quel suono, il mio suono, era il suono che volevano dai loro amplificatori, e per me fu uno dei momenti più belli. Solo due anni dopo diventai endorser ufficiale Magnatone.

  • Cosa pensi sulla condizione della musica attuale?

Penso che ci siano artisti e musicisti incredibili, ma che siano imbrigliati nel “compromesso” arte – business. Credo che si sia persa l’educazione musicale, l’ascolto di un buon disco, la ricerca e il confronto. Oggi subiamo la musica, tramite la radio, la tv, i media. Arriva al nostro orecchio pompata, compressa, smussata e glassata per farcela piacere. Il problema non arriva di chi suona, tanto meno di chi produce, ma da chi ascolta.

  • C’è qualche artista italiano che ti piace?

⇒ Sicuramente sì, anche se non posso dire di essere un’ascoltatrice di musica italiana, non quella recente, almeno.

  • Cosa ascolti ultimamente?

⇒ In macchina ho alcuni dischi di Anders Osborne, Nick Drake e sto ascoltando parecchio Blues, qualcosa di Frank Sinatra e giusto oggi ho aggiunto il primo disco dei Free agli ascolti!

  • Hai desiderio di collaborare con qualche artista?

⇒ Anders Osborne, fra tutti. È l’artista che in questi anni mi ha ispirato di più, musicalmente e chitarristicamente. Ovviamente è un sogno, sarebbe già una grande cosa vederlo finalmente dal vivo.

  • Il tuo chitarrista preferito.

⇒ Non ho un chitarrista preferito, ammetto.

  • Che progetti hai per il futuro?

⇒ Il nuovo disco è il primo pensiero e non vedo l’ora di pubblicarlo. Purtroppo (o menomale) ho avuto diversi rallentamenti dovuti a viaggi e impegni ma credo che il 2018 sarà l’anno giusto. A gennaio tornerò negli States e poi… chi lo sa? Nuove collaborazioni, nuove date e viaggiare tanto! Sarebbe la cosa più bella.

  • Quando ti potremo rivedere live?

⇒ Il prossimo 2 Dicembre suonerò con il progetto solista a Siniscola e ci saranno altri appuntamenti e a breve pubblicherò tutti gli aggiornamenti sulla pagina Facebook!

  • Grazie Irene per la disponibilità, augurandoti un in bocca al lupo, ti lascio uno spazio per salutare chi ti segue e i Readers del Blog.

⇒ Grazie davvero per avermi dato questa possibilità, ringrazio inoltre chi leggerà questo articolo e tutte le persone vicine. Spero a prestissimo, magari al prossimo live!


Con voi, cari Readers, ci lasciamo con questo video ufficiale di Irene Loche: We’ll Meet Again. Augh.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


 

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