“La Mia Rabbia Grida”: Il nuovo album degli Street Logos – La recensione

Ed è con questo funky miscelato ad un pop-rock che viene alla luce “La Mia Rabbia Grida“, il nuovo album degli Street Logos. I quali hanno, in modo innegabile, uno stile musicale molto singolare. Uno stile musicale molto ritmato che porta a ballare, a divertirsi. A liberare la mente e lo spirito. Una voce di un’intonazione considerevole, oltre a ciò. Con la prima traccia, “Patrol“, quello che si distingue è un pop-rock che caratterizza l’anima della band.

Mentre è con la traccia omonima dell’album che la batteria prende l’iniziativa in maniera imponente. Ma non solo, la prende anche la chitarra. Un brano radicale, drastico. Il pop-rock sembrava la loro impronta, invece così emerge un sound più duro, più energico. Ma è con “Sogna” che si risaltano le quattro corde grosse e possenti. Le quali insieme alla chitarra sono in pura simbiosi. Qui da sottolineare più volte sono quei secondi di pausa che anticipano l’assolo. Un assolo melodico che crea un clima di pura distensione. Rock&roll, baby.

Le sei corde non si fermano mica, eseguono un’intro molto suadente tramite “Sono Qui Sono Lì“. Il pop si può considerare completamente abbandonato. E a me non dispiace per nulla. Qui è la cattiveria che domina tutto il ritmo. Un ritmo prepotente. Una batteria, poi, che si riscalda. Diventa tutto rovente. C’è del calore e l’atmosfera diventa persuasiva. Ma tutto questo fuoco si spegne, un po’, con l’apparizione di “Sole Dentro di Me“. Dopo brevi instanti di pura armonia e delicatezza appare un riff quasi heavy metal. Oddio, sentite come sfruttano quelle corde dannate. Qui c’è solo aria di perdizione.

Ma non troppa poiché con l’ultima traccia, “I’ll be There“, torna il pop. Caspita,  gli Street Logos l’hanno resuscitato. Tuttavia, rimane molto gradevole e piacevole all’ascolto. Si tratta di un brano in inglese dove (tanto per cambiare) è la chitarra, attraverso un suono rude e sporco, a regnare senza contrasti. A parte la batteria, però. Anch’essa desidera imperare spietatamente. E ci riesce eccome. Daje.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Street Logos

 

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