“La Poesia di una Donna (anche Sotto un Vestito)”: Il nuovo album di Alessandra Giubilato – La recensione

La Poesia di una Donna (anche Sotto un Vestito)“. Così si intitola il nuovo album di Alessandra Giubilato. Nel momento in cui premo “play”, vengo inondato da una melodia leggera e soave. Un pianoforte che rappresenta un punto fermo nella prima traccia, “Alda” (traccia dedicata ad Alda Merini). Ma il vero perno risulta la voce. La quale si presenta angelica ed eterea. Spirituale, quasi.

Proseguo nell’ascolto e attraverso “Isadora” continua l’atmosfera serafica. Il personaggio che ricorda questa canzone è Isadora Duncan, la madre della danza moderna. Io qui immagino solo delle nuvole bianche, limpide. La voce, in questa canzone, ha un’impronta ancor più innocente. Il dettaglio che si aggiunge impetuosamente è l’assolo di chitarra. Che dire? Calzante con tutta la melodia. Mentre con “Kiki” traspare tutta l’essenza artistica di Alessandra Giubilato. Un’intensità che trasporta. Un’intensità che emoziona. Un sound, poi, che porta indietro nel tempo. Questo brano si può considerare come una biografia di Kiki de Montparnasse. Cantante, pittrice, modella. Una vera rivoluzionaria, un’icona nella Parigi degli anni ’20.

Il pianoforte torna come cardine con “La Rosa nel Deserto“. Una traccia profonda, lenta, toccante. Qui tutto diventa rovente. La voce si abbassa. Qui si scava. Si scava nell’intimo in maniera sentita, sincera e completa. Mi piace. Come mi piace la traccia che segue: “Spose Bonsai“. Un brano di un’importanza elevata. Un brano che tratta la realtà delle spose bambine. Una realtà paradossale e fuori dal mondo. Infatti, se il mondo fosse solamente un pizzico “normale”, tutto ciò non accadrebbe mica. Invece accade. Eccome se accade. E in questo brano viene descritto tutto nei minimi particolari. Una canzone che rattrista tremendamente. Essa suscita indignazione e stizza. Molta stizza.

La Poesia di una Donna (anche Sotto un Vestito)” procede con “Stella Cadente“. Una caratteristica di questo album è il far respirare, a chi l’ascolta, un’aria celestiale. Aria accompagnata da questa voce sicura, decisa ma allo stesso tempo virtuosa e incontaminata. Tuttavia, il ritmo prende un po’ di movimento acustico tramite l’ultima traccia: “Vento di Tempesta“. In questo brano, il riguardo è rivolto all’attrice Marìa Montez. Qui si viene invitati con estrema eleganza a schioccare le dita. Si viene invitati, inoltre, a seguire queste sonorità, le quali non fanno altro che coinvolgere. Daje.


Voto: 9.5Un giudizio eccellente per un album eccellente. Ho apprezzato tantissimo la volontà di affrontare un tema come quello delle spose bambine. Non solo, qui si parla di grandi donne che attraverso la loro arte hanno segnato una precisa epoca. Infine la voce: suggestiva.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


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Alessandra Giubilato

 

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