La Postazione con il loro primo Ep “Never Stop Dreaming” – La recensione

La Postazione si mostra al mio udito con il suo primo Ep: “Never Stop Dreaming“. E si presenta con questa voce leggermente femminea ed un riff di una delicatezza disarmante. È sconvolgente da parte mia, essendo addestrato ed esercitato a suoni più prepotenti. E “L’Atlantico“, il primo brano, risulta proprio l’opposto. Risulta proprio indie. Un’iniezione per endovena di sonorità flautate.

L’aria che si respira resiste ad essere così dolce e tenera. Con “Necessario“, l’aria continua ad essere decisamente carezzevole. Angelica, quasi. Vien quasi l’istinto di abbracciare la prima persona che incontro per strada. C’è da dire che tutti gli strumenti sono in pura sintonia. Come se ci fosse del mordente tra di loro. Un mordente per nulla incerto. In particolare nel finale dove si avverte un’intensità che cresce fino al punto che inizia “Il Colonnello“. Questa traccia mi trasmette la sensazione di essere all’interno di un cartone animato. Una serie tv, più precisamente, stile Alf.

Il clima affettuoso prosegue attraverso “Cono d’Ombra“. Qui la batteria assume una luce diversa. A tratti. Si sente che ha un bisogno viscerale di farsi sentire. Stesso discorso per le sei corde. Le quali desiderano sfoderare tutta la loro veemenza oltre l’arpeggio. Un arpeggio che porta l’immaginazione ad essere in spiaggia, al buio, accanto ad un falò che galvanizza gli animi. E cosa fai, ti privi di un bagno notturno?

Ed ecco il basso nell’intro dell’ultima traccia, “Mine Vaganti“. Ma non solo nell’intro. Le quattro corde accompagnano tutto il brano come fosse uno sfondo. Un contorno. Anche la chitarra si palesa con più stabilità e fermezza. Diventa proprio più tenace. Grazie ragazzi per tutto questo garbo celestiale.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


La Postazione

 

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