“Lividi”: Il primo Ep del Fattore Rurale – La recensione

Già guardando la copertina di “Lividi“, il primo Ep del Fattore Rurale, emerge una sensazione di solitudine con questo musicista in mezzo alla nebbia. In mezzo ad un luogo sperduto (sembra). Un musicista che con la sua chitarra cammina in una campagna trascurata. Grezza. Tutto ciò attira la mia attenzione e premo “play”.

L’Ep, “Lividi“, inizia con la sua traccia omonima. Qui c’è del sound d’altri tempi. Una voce tremendamente rauca, quasi rotta. Una voce vissuta. Sembra di aver davanti un vecchio bluesman seduto su una sedia precaria. E con affianco del buon whisky. Tutto d’un tratto parte questo riff che mi attizza in modo assurdo. Un riff blues, un riff anni ’50. Come se non bastasse qui c’è da esaltare l’assolo. Un assolo impuro e sporco. Un assolo crudo che sa di peccato. Qui c’è solo da godere, perdio. Senza dubbio questa è la mia canzone preferita di tutto l’Ep.

Con “Sei Bugiarda“, invece, il sound si trasforma nettamente in un country americano. Tutta la melodia diverte, anche la voce si pulisce un po’. Ma non troppo. La voce è un vero e proprio tratto distintivo. Una caratteristica proprio. Caratteristica che prosegue attraverso “Chiedimi di Restare“. Questa traccia trasmette angoscia e tristezza. Trasmette afflizione fino al punto che si accendono tutti gli strumenti. La batteria che diventa vigorosa e prestante. Le sei corde che sfoderano tutta lo loro intensità con un riff molto rock&roll. Qui tutto diventa energico nonostante un testo nostalgico e malinconico.

La recensione giunge al termine. L’Ep giunge al termine. E termina con “Attese“. Un brano movimentato che invita ad accompagnare il ritmo con i piedi, con le mani. Con tutto. Ritmo esclusivamente country-folk. Bravi ragazzi e grazie. Il mio spirito ne ha tratto beneficio e giovamento. Yeehaw.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Fattore Rurale

 

Condividi su: