“Nemesi”: Il nuovo album dei Mary Illusion – La recensione

Nemesi“, il nuovo album dei Mary Illusion inizia come meglio non poteva, forse. Con la prima traccia “Emily in Nero” c’è una liberazione di watt fuori dal normale. Dove la regina è la chitarra. Chitarra che esibisce questi riff hard rock. Molto hard, molto rock. Una prepotenza d’altri tempi che si distingue attraverso un assolo monumentale. Qui le sei corde offrono il meglio. E con questa batteria che sbatte in un modo assurdo, poi. Una scossa emotiva. C’mon.

Questo sound duro e arrogante prosegue con “Un’abitudine“, probabilmente l’atmosfera qui diventa ancora più intensa. Più energica. Qui si riesce a fiutare dell’heavy metal. Un giro di suoni che si ripetono, un giro di suoni difficile da dimenticare. Quanta autorevolezza, oddio. Ma è con “Amore Malato” che la chitarra diventa imperatrice. Addirittura percepisco il suo volume che si alza. C’è poco da dire, qui sono le sei corde a dominare su tutto e tutti. Dirigono ed egemonizzano con questo riff che penetra nella mente. Una scarica elettrica continua dove tutto il resto sembra quasi in sottofondo.

Mentre “Seconda Pelle” appare come un brano tendenzialmente metal. Tremendamente vigoroso e influente. A tratti, qui, è il basso a prendere il sopravvento. Emerge con stile mettendosi in evidenza. L’hard rock, comunque, ritorna come una ventata d’aria fresca attraverso “Un Pugno Nella Croce“. Il ritmo si velocizza, tutto diventa più dinamico e movimentato. Un sound risoluto. Un sound vivo e vibrato.

Ora, però, è il momento dell’ultima traccia di “Nemesi“, il nuovo album dei Mary Illusion: “Nel Cerchio della Strega“. Si può definire la ballad di questo progetto molto interessante. Una ballad che si presenta dolorosa. Amara. Trasmette solo del tormento straziante.

Nel 2020, i Mary Illusion, non si sono fermati mica. E no. Tant’è che hanno pubblicato un nuovo singolo. Il loro “cavallo di battaglia”: “Solo Nuvole“. Un’intro misteriosa, occulta quasi. Per poi esplodere con delle sonorità roventi e crude. Anch’essa appare come una ballad nonostante sia contornata e avvolta da strumenti poderosi che danno vita ad un sound granitico. Mi piace.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Mary Illusion

 

Condividi su: