“Ordinary Man”: Il nuovo album di Ozzy Osbourne – La recensione

Contavo i giorni per poter scrivere su “Ordinay Man“, il nuovo album di Ozzy Osbourne. Mi precipito ad ascoltare e così, senza neppure un minimo di avvertimento, vengo conquistato da questo sound puramente heavy metal. Quanta intensità, quanta energia. Perbacco. Un riff di chitarra che si inserisce nella mente con arroganza. Fa impazzire, proprio. Potente, maestoso. E questa voce, poi. Così caratteristica e peculiare. Si potrebbe riconoscere tra milioni. Una voce che sembra provenire dalle tenebre più oscure e misteriose. Tant’è che lui, Ozzy, ne è il Principe.

La prima traccia si intitola “Straight to Hell“. Traccia che contiene un assolo da venerare dove il pedale wah wah è il perno. Assolo eseguito da Mr. Slash in persona. Ma non è mica l’unica collaborazione. Come se non bastasse, appunto, in questo nuovo brano Ozzy è accompagnato anche da Duff McKagan e Chad Smith. Rispettivamente basso e batteria (ovviamente). Questo album non poteva iniziare in modo migliore, qui c’è solo da divertirsi. Mentre già arriva il momento delle ballads: “All my Life” e “Ordinary Man“. Dove nella prima citata si crea un’atmosfera delicata ed elegante. Ma sono le sei corde che donano vitalità attraverso un riff che disegna il profilo di questa canzone. Ma non solo, donano delizia con gli assoli. Estremamente melodici. Assoli in grado di far salire i brividi a chi ascolta. C’è da perdersi. Non voglio neppure immaginare cosa può significare godersi tutto ciò dal vivo. Invece, nella traccia omonima dell’album, è la raffinatezza la parola chiave. Brano eseguito insieme ad Elton John. Un pianoforte che circonda tutto il brano con la sua natura malinconica. Qui l’atmosfera diventa dolce e flautata. Una leggerezza insolita ed emozionante.

L’aria diventa così enigmatica tramite “Goodbye“. Qui è, senza dubbio, la batteria che padroneggia in tutto il suono. Batteria che detta il ritmo. Un ritmo sensuale, elettrizzante. Un brano lento ma pericolosamente passionale. Così occulta, non fa altro che attirare l’attenzione. E così, mentre scrivo, esplode un sound che prende velocità. Un sound gagliardo e radicale. C’è poco da dire, il Padrino dell’heavy metal regala soddisfazione e piacere. Sempre dritto per la sua strada, senza nessun compromesso. Lui è Ozzy Osbourne.

Continuo ad ascoltare e incrocio “Under the Graveyard“. Questa canzone si può dividere in due. Da un lato si può riscontrare la parte quiete con questo arpeggio continuo e fine. Dall’altro lato, contrariamente, si trova la zona estrema. La zona ricca di pericoli. Una zona profonda, risolutiva e totale. Quella rock&roll, in pratica. E questo clima malavitoso prosegue con “Eat Me“. Probabilmente la mia canzone preferita di tutto l’album. Sentite l’intro fornita dal basso. Sentite come entra la chitarra in maniera prepotente e determinata. E la batteria. Cioè, queste sonorità inebriano ogni mia singola cellula. Inebriano ogni mio singolo ormone. Questo sound mi disseta, mi nutre. Questo sound alimenta e appaga tutto il mio spirito.

Con “Today is the End” e “Holy for Tonight” torna la pacatezza. A tratti, torna la pace. Altre due ballads da sottolineare. Anche “Scary Little Green Men” si può considerare altrettanto. Nonostante contenga dei frammenti importanti e massicci. Improvvisamente tutto si scalda, tutto prende movimento. L’aria diventa calda. Il ritornello colonizza le sinapsi. Si colloca lì e non se ne va via così facilmente. E dalle sinapsi passa su tutto il corpo. Qui non c’è nulla che non scalpiti.

Ma ecco che arriva l’essenza rude e sporca di Ozzy. Sentite quant’è aspra “It’s a Raid“. Wow che sound ruvido. Proprio, spigoloso. Un sound che non fa certamente i complimenti. Quanta passione e quanto entusiasmo. Ciò che mi scombussola, però, è l’ultima traccia: “Take What  You Want“. Non so a voi ma non sembra proprio un brano del Principe. Un ritmo, un genere completamente “alieno” rispetto a tutto il resto dell’album. Non me l’aspettavo, la verità. Non smette mai di stupirci, questo è sicuro. Lunga vita, Madman.


Voto: 9.5Non potrei dare un giudizio diverso. Sound veemente, voce unica e arcana. Questo è un album incredibile, mi ha proprio spettinato, ultima traccia a parte.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Ozzy Osbourne

 

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