Paolo Mosca: “Difendere Assange è difendere il libero pensiero” – L’intervista

Oggi nel Blog, per chi ancora non lo conosce, presento Paolo Mosca. Autore, regista, scrittore. Ma non solo, anche musicista e compositore. Infatti l’intervista che state per leggere è principalmente concentrata sul suo nuovo album “Black Dance“. Un album da gustare, un album da ballare. Un album, come se non bastasse, che mette sotto i riflettori una questione molto importante per me. E cioè, la prigionia che sta subendo Julian Assange. Ed è messa sotto i riflettori attraverso un brano: “Free Assange”. Davvero esemplare questo gesto, considerando che pochissimi personaggi pubblici stanno mettendo in risalto questa ingiustizia deplorevole. Un’ingiustizia solo da condannare.

Ma ora è arrivato il momento di approfondire la conoscenza di Paolo Mosca:


  • Ciao Paolo, benvenuto nel Blog. Raccontaci dei tuoi esordi, quando hai iniziato a fare musica?

Faccio musica fin da ragazzo, dai tempi del liceo quando ho cominciato a far parte delle prime band. Inizialmente ero interessato soprattutto a testi e cantati. Poi mi sono appassionato al basso elettrico e ora suono molto soprattutto con computer e tastiera.

  • Che approccio hai con la musica? Più didattico o più punk?

Ho un approccio totalmente punk. Mi piace ascoltare e farmi guidare dall’orecchio. Mi piacciono anche i suoni fastidiosi. Se andate ad ascoltare “Anemic Music” su Spotify sentirete una musica fatta di rumori, lì estremizzo questo mio gusto. Per un periodo avevo aggiunto “Larsen” al mio nome perché mi piaceva molto l’effetto larsen.

  • Il progetto musicale, invece, “Second Elliptic Eye” com’è nato?

Nato da un mix di casualità. Ho iniziato a fare musica con il computer riuscendo a realizzare un disco finito dall’inizio alla fine. E ho scoperto che esistevano piattaforme come Bandcamp che ti permettono di pubblicare dischi in totale autonomia senza passare da etichette discografiche. Questo mi ha fatto tornare la voglia di fare musica e così è nato Second Elliptic Eye e in un attimo i miei dischi sono approdati su tutte le piattaforme.

  • Che messaggio vuoi trasmettere con il tuo nuovo album “Black Dance”?

In generale non amo i “messaggi”. C’era una frase dei Jethro Tull contenuta in “Thickas a Brick” che diceva “I may make you feel, but I can’t make you think.” Ecco, mi piacerebbe trasmettervi un’emozione, sarebbe già divertente. Mi piacerebbe farvi battere il piede mentre ascoltate. Questo è essenzialmente un disco dance e quindi un disco da ballare. Poi ho anche voluto descrivere il mondo attuale, i titoli lo sottolineano. Ma è più una rappresentazione che un messaggio.

  • Il brano “Free Assange” sembra esser stato di buon auspicio (oltre ad essere un gesto lodevole da parte tua) per la liberazione di Julian Assange, come mai hai voluto dedicargli un brano?

La causa di Assange me la sento addosso da sempre. Trovo che sia una grandissima ingiustizia che un uomo come lui venga tenuto illegalmente in galera. Grazie a Wikileaks ha rivelato crimini e vizi dell’elite globale (dal video di Chelsea Manning alle mail di Podesta). Bisognerebbe dargli il Pulitzer, ha fatto un lavoro da giornalista, in un’epoca in cui troppo spesso i giornalisti non sono altro che propagatori di fake news. E invece l’occidente -che si dice democratico e liberale- lo tiene in prigione. Io credo nella libertà di informazione e nella libertà di espressione. Difendere Assange è difendere il libero pensiero.

  • Visto il periodo, “Diario della luce” che chiude l’album in bellezza è un invito a guardare oltre?

Sì, volevo chiudere guardando oltre. Il titolo di questa canzone è un’idea di mia figlia che ha 6 anni e che ha partecipato alla realizzazione del disco. La voce in fondo al brano è sua. Anche se la danza è nera, la luce non si può spegnere. La luce non ha paura del buio.

  • Che musica ascolti ultimamente?

Questo è un periodo in cui sono fissato con i Led Zeppelin. Mi sono ricomprato tutti i loro dischi. Alcuni loro brani sono una condensazione energetica unica e questo mi affascina molto. Come fossero riusciti a imbrigliare potenza attraverso le note musicali. Hanno fatto con la musica quello che Volta ha fatto con la pila.

  • Ti piace ballare? Quando sarà di nuovo possibile, dove ti piacerebbe sentire Black Dance? Lo immagini più come colonna sonora o più da party?

Mi piace molto ballare, soprattutto se sono con gente simpatica. Mi piacerebbe sentire Black Dance nei locali, tipo il Plastic di Milano. O nei rave party. Possibilmente illegali. Scherzo.

  • Per concludere, ringraziandoti per la disponibilità e augurandoti un in bocca al lupo per tutto, ti lascio uno spazio tutto tuo per salutare i tuoi fans e i Readers del Blog.

Grazie per l’intervista, vi invito ad ascoltare Black Dance, cercate Second Elliptic Eye su Spotify o su Itunes o su Amazon o su Bandcamp, ci sono anche altri dischi che potrebbero piacervi. E se vi va su Youtube c’è il canale Second Elliptic Eye dove pubblichiamo i videoclip dei brani. Alla prossima!


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


Potete seguire e ascoltare Paolo Mosca su Facebook, Instagram, YouTube e Spotify.


Second Elliptic EyeBlack Dance:


Second Elliptic EyeFree Assange! (Julian Is a Free Man):


Second Elliptic Eye – Black Dance

 

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