“Reborn”: Il nuovo Ep di MPM Producer – La recensione

Dopo la recensione di “Reborn“, il singolo che ha anticipato l’uscita del nuovo Ep omonimo di MPM Producer, è arrivato il momento di ascoltare l’intero progetto. Un progetto che si presenta interessante e ricco di sonorità abbastanza fuori dal comune. Come ad esempio la volontà di unire il punk con tutta la sua prepotenza con dei generi totalmente diversi e dannatamente moderni: il rap, l’elettronica e la trap. Di “Reborn“, il brano, esiste un’ulteriore versione, e partiamo da qui. Vorrei descrivere le differenze tra i due arrangiamenti. La primissima differenza è la lingua. Una totalmente in inglese, l’altra con diverse strofe in italiano. Poi, una è rap. L’altra ha come fulcro il punk. Quindi la rapidità e l’efficienza di chitarre e batteria. Comunque sia, per diversi aspetti si presentano entrambe piacevoli.

Il binomio punk/rap fluttua spensierato su tutto l’Ep. In “Crossroads” la batteria picchia in modo così martellante e tremendamente incisivo. E lei sei corde non sono mica da meno. Esse eseguono accordi semplici (peculiarità del punk) ma di una veemenza disarmante. Qui si parla di riff massicci oltre che melodici. Questo ritmo porta solo a scombussolare ogni corpo e ogni anima.

Con “Anybody Free” prosegue l’unione fra queste due sonorità predominanti. Qui la batteria ha un ritmo leggermente più lento. Molto gradevole all’udito. Il mio spirito si nutre di questi cambi di ritmo, si nutre anche di queste sonorità consistenti. Mentre “Gettin’ Over You” appare come una ballad, inizialmente. Tutto diventa più dolce e delicato. Si percepisce, a tratti, un sound aggraziato e leggero. Ma è circa a metà brano che compare il basso. E mi piace.

Proseguendo nell’ascolto incontro “Migrant Worker“. Qui avverto un clima un po’ triste. Un clima afflitto. Musicalmente il punk regna attraverso la velocità, attraverso i watt che prorompono con estrema forza e intensità. L’aria un po’ sconsolata si sente anche nella successiva e ultima traccia di questo Ep: “Lives on Air“. Qui, MPM Producer trasmette la sua amarezza. Ma non solo, si riscontra anche una dose importante di rabbia e disappunto.


Voto: 7.5Voglio confermare il giudizio che ho dato al singolo “Reborn”. L’amalgama tra il punk e le sonorità moderne stimola la mia curiosità. Non è semplice abbinare due generi così diversi e discordanti. Daje.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


MPM Producer

 

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