Slash ft. Myles Kennedy & The Conspirators: La recensione di “Living The Dream”

Mi preparo ad ascoltare “Living The Dream”, il nuovo album di Slash, Myles Kennedy & The Conspirators. Cuffie, spingo il volume al massimo, “Play”.

Comincia il riff di “The Call Of the Wild” e l’atmosfera si cosparge di un sound che seduce in maniera fulminea. Iniziano già a sprigionare tutta la potenza le sei corde prepotenti di Slash e Frank Sidoris accompagnate dal basso deciso di Todd Kerns, dal ritmo accattivante di Brent Fitz e dalla voce imponente e melodica di Myles Kennedy.

L’assolo della prima traccia non è come quei melodici ed eccitanti che conosciamo del chitarrista col cilindro: è breve ed eseguito velocemente come ci ha abituati già da “World On Fire” (l’album) e anche prima. Attendo che mi sconvolga come ben sa fare.

Non bisogna attendere molto, perché il brano successivo,“Serve You Right”, ha un inebriante e accattivante riff blues-rock, stile Zz Top. Mi piace tremendamente. E’ sensuale, provocante, stimolante. Aspetto l’assolo, e arriva. Anzi arrivano. Come le fa strillare quelle corde. Le sfrutta per ottenere il massimo. I suoi bending fanno letteralmente scalpitare. Senza dubbio una delle mie preferite, e non solo di questo album. Fa parte di quelle canzoni che ascolti, riascolti e riascolti ancora. Scioccante. Bisogna dirlo, come se ce ne fosse bisogno: Slash è uno dei migliori chitarristi viventi e non.

In “My Antidote” e “Mind Your Manners” c’è puro hard rock, è sconvolgente: Batteria paurosa, forte, robusta come il marmo. Voce più lenta, più calda. Meno melodica e più rude, come piace a me. Questi due pezzi emanano potenza da tutti i pori.

Ci raggiungono, per smorzare un po’, le ballads: “Lost Inside”, “The One You Loved is Gone” e “The Great Pretender”. La voce si scalda e si rallenta ulteriormente con picchi ricchi di armonia che fanno parte delle peculiarità di Myles Kennedy. Emergono gli assoli, anch’essi armoniosi e interminabili. Suscitano emozione. Da mettere in risalto, in “The One You Loved is Gone”, la comparsa di “Battleground”. Con il suo “La La La” nel finale accende, coinvolge e appassiona. Speciale. Come è speciale “Driving Rain” (singolo provocante e scoppiettante già uscito da tempo), nel quale appaiono le note elettrizzanti di “Standing In The Sun” direttamente da “Apocalyptic Love”. Tutto ciò è stupendo.

Uno dei punti di forza di Slash è la capacità di sfornare dei riff poderosi, impareggiabili e scatenanti. Che sanno di libertà, di sfogo. Fanno agitare. In “Read Between The Lines”“Slow Grind” e “Sugar Cane” tornano a far sbizzarrire e divertire come matti. Tornano anche i bending. Torna la velocità, la rapidità.

L’album termina con l’insolita “Boulevard Of Broken Hearts” che immediatamente colpisce e attira. Molto piacevole e gradevole la musicalità con  un assolo che fa pendant con tutto il sound. Infatti si percepisce (anche sul palco) l’intesa che c’è tra loro. Sono sulla stessa lunghezza d’onda, sono simbiotici. Il loro rapporto è granitico. Lunga vita.

«Semplicemente io amo il rock&roll, non c’è altro da aggiungere direi. E’ qualcosa di cui sono stato sempre appassionato, una pulsazione interiore che mi eccita.» Slash


Voto: 9.5Un album strabiliante con un sound blues rock, hard rock. Estremamente piacevole all’udito. La mia anima ne è grata. Degli assoli da venerare ed una voce melodica senza posa. Anche troppo.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Slash ft. Myles Kennedy & The Conspirators

 

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