The Ferrets: “Noi vogliamo fare la differenza” – L’intervista

Sick Sad World“. Così si intitola il nuovo album dei Ferrets. In copertina, questo disco, ha in bella mostra la “DeLorean” immersa tra le fiamme ardenti. Che detto così sembra di citare qualche shampoo rivitalizzante. Mentre invece si tratta della celebre coupé di “Ritorno al Futuro“.

Mi avvio ad ascoltare questo nuovo progetto di questa band così giovane, così frizzante e così ribelle. “Sick Sad World” esordisce con la prima traccia “Tonight“. Due minuti di puro punk. Un punk rock stile Nofx. Qui la rapidità la fa da padrona. Qui comanda il dinamismo. Pochi accordi (come da tradizione punk) ma efficaci. E mentre scrivo, arriva la traccia omonima di questo album. Con essa prosegue questo sound dove si possono riconoscere diverse variazioni di ritmo. Ma dove le sonorità provocatorie sono sempre al centro delle attenzioni. Il punk è caos. Il punk è ribellione. Il punk è anticonformismo.

E tutto questo sound sovversivo si sente. Eccome se si sente nonostante la traccia successiva abbia il nome di “Responsability“. All’apparenza può sembrare un ossimoro, invece no. Il punk è anche responsabilità, è anche cambiamento, è anche consapevolezza. Con questo album, i Ferrets, mi fanno tornare diciottenne. Quando mi nutrivo di pane e punk. “The Party Is Not Over” e “Ghevdet” seguono la scia dei brani precedenti, senza virare di una virgola. L’irriverenza delle sei corde e della batteria rappresentano il punto fermo. Rappresentano il perno. Ciò nonostante, la voce non si fa sovrastare, e nemmeno dominare, da tutti quei watt rilasciati.

Al contrario, si riconosce un sound un po’ più rock&roll in “It’s All up to You“. I cambi di ritmo, qui, sono l’essenza del brano. Ma il cuore pulsante è la sua “lentezza”. Tuttavia questa lentezza scompare, come neve sotto al sole, con l’ultimo brano di “Sick Sad World“: “Good Fight“. Proprio evapora, dando vita ad uno spasso puramente frenetico. Indisciplinato. Bravi ragazzi.


Potete farvi spettinare dai Ferrets, ascoltandoli su Spotify. Prima, però, approfondiamo la conoscenza con loro.


  • Ciao ragazzi, benvenuti nel Blog. Raccontateci dei vostri esordi, come vi siete conosciuti?

Ciao! Diciamo un po’ a caso, soprattutto con la nuova formazione. Io e Corrado ci eravamo incrociati davanti ad un posto che faceva pizze al trancio tipo alle due di notte oramai quasi 5 anni fa. La band era già in attivo ma cercavamo un nuovo chitarrista. Mentre con le due new entry è stato davvero ancora più un caso. Perché avevo messo un annuncio su un sito che credo ormai nessuno usa più (giusto per fare un tentativo) e Nicolò, il batterista, mi ha risposto subito dopo! Di conseguenza si è aggiunto Samuele, il chitarrista, anche lui sempre con un incontro senza senso.

  • Quali sono gli artisti che vi ispirano?

Partiamo dai classici Ramones ai Green Day, dai Mxpx ai Screeching Weasel. Insomma sono troppi e spaziamo davvero molto su tutto il genere punk rock.

  • Toglieteci la curiosità, da dove deriva il nome “Ferrets”?

Avevo un furetto ed era il demonio. In quel periodo avevo appunto messo in piedi questo progetto e mancava un nome. 

  • Con il vostro ultimo album “Sick Sad World”, a partire dalla sua copertina, che messaggi volete trasmettere?

Sick Sad World nasce dando delle riflessioni, dando dei messaggi e una voce alla minoranza. Noi siamo la minoranza in un mondo totalmente sbagliato e malato, volevamo partire da un contesto che purtroppo ci riguarda, soprattutto in questo paese, ci siamo guardati attorno e abbiamo deciso di dire la nostra su questa realtà sbagliata, discriminante e portatrice d’odio dove ti portano a responsabilità e scelte sbagliate.

  • C’è qualche artista italiano che vi piace?

Nel mondo underground ce ne sono parecchi, ma non faremo la lista perché sarebbe abbastanza lunga.

  • Qual è il vostro pensiero sul mondo della musica attuale?

Purtroppo su vari aspetti c’è da stendere un velo pietoso, tutto è diventato marketing, non ha durata nel tempo, è tutto momentaneo e tutto uguale. Almeno, in Italia, la musica, quella vera con i controcoglioni la trovi solo nel mondo underground, ma non potrà mai sfondare o essere accolta come si deve perché non è abbastanza vendibile come un rapper o un cantautore indie che fa la classica strada macinata e rimacinata, ed è un peccato. Ma vedo che piano piano le cose stanno cambiando e forse si riuscirà ad avere svariati generi in diversi contesti musicali.

  • Raccontateci un aneddoto particolare sul vostro percorso.

Ce ne sono parecchi, forse troppi da riuscire a raccontarne solo uno! Quella volta che abbiamo portato un carrello della spesa pieno di strumenti su una rampa di scale infinita. Quella volta che delle super milf in tour in Inghilterra volevano portarci in un Night Club pieno di metallari irlandesi. Quella volta che abbiamo venduto 30 dischi in una sera e quella volta che ci hanno dimezzato il cachet per aver finito di suonare 5 minuti prima. Di sicuro la cosa che succede spesso è che si sorprendano che siamo così giovani e seguono scenette un po’ surreali.

  • Per il futuro, che progetti avete?

Sicuramente: fare la differenza.

  • Quando vi potremo vedere live?

La prossima è il 25 Gennaio 2020 dove suoneremo al “Lucrezia” a Genova per una bella festicciola, stiamo mettendo giù svariate date per l’anno nuovo tra cui un Tour in Repubblica Ceca, Austria e Spagna.

  • Concludendo, ringraziandovi per la disponibilità e augurandovi un in bocca al lupo per tutto, vi lascio uno spazio per salutare i vostri fans e i Readers del Blog.

Grazie mille a voi per averci dato la possibilità di scambiare due chiacchiere, grazie a chi ci supporta e sopporta ma soprattutto grazie alle nostre etichette Manifest Records, Lostdog Records e Monster Zero che hanno creduto in noi.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


The Ferrets

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