Intervista ai Foredawn: In uscita il loro primo album omonimo

“Nightfire” (primo estratto di “Foredawn“) è il succo tra il Goth Metal e l’alternativo, è il cuore della band, la passione, la vita, “l’oscurità”. Infatti, parla di una persona che per distaccarsi dalla realtà aspetta di lasciarsi andare all’ennesima notte di passione, nella speranza di sentirsi viva, di poter abbandonare paure e debolezze. Per un solo momento o per sempre. Ci si abitua a soffrire, ci si abitua alle pene. Eppure, se puoi ancora sentire il fuoco dentro di te, significa che sei vivo e che la speranza è l’ultima a morire.

Chi sono i Foredawn?

Semplicemente sono una band di ragazzacci milanesi. Una Metal band nata nel 2017. I fratelli Ivan e Irene hanno sempre condiviso la passione per la musica e partirono già anni indietro a suonare assieme per poi separarsi momentaneamente. Fu allora che, quattro anni fa, Irene, Tia e Ricky si incontrarono e militarono insieme in diversi progetti senza più separarsi. Poco più di un anno fa, Ivan si unì alla squadra e fu così che nacquero i Foredawn.

Si definiscono “guerrieri”, i ragazzacci, composti di Luce e Ombra e con la loro musica raccontano delle battaglie quotidiane e della necessità di ritrovarsi, affinché si scorga la luce che permetterà ad ognuno di brillare nell’oscurità.

Assoli distorti e melodici, riff potenti e crudi, voce illuminante e affascinante, sound che fa scuotere ed emozionare. Da tutto ciò è composto “Foredawn”. Album minuzioso nei dettagli, incredibilmente duro, “oscuro”.

Ora li conosciamo meglio, ho alcune curiosità da soddisfare.


  • Ciao, benvenuti nel Blog. Raccontateci dei vostri esordi, come vi siete conosciuti?

 Ivan: Io, personalmente, conosco Irene letteralmente dalla nascita, è mia sorella. Sono cresciuto con lei in tutto e per tutto, ciò comprende ovviamente anche la musica. La mia prima esperienza musicale è stata possibile grazie a lei ed il mio primo live in assoluto è stato con lei. Successivamente le nostre strade musicali si sono separate, poiché necessitavamo di esperienze diverse, per poi ricongiungerci un anno e mezzo fa. Ed è sempre grazie a mia sorella che ho conosciuto Tia e Ricky, poco più di un paio di anni fa.

⇒ Irene: Io, Tia e Ricky ci siamo conosciuti quattro anni fa e da allora non ci siamo mai divisi. Abbiamo suonato assieme in diverse band e circa un anno fa abbiamo affrontato un momento molto difficile in cui dopo aver quasi completato il lavoro su tutti i pezzi, alcuni componenti andarono via. Ci mancava la stabilità per poter andare avanti, eravamo dubbiosi e avevamo perso fiducia ma noi tre, assieme a Ivan, ci siamo fatti forza a vicenda decidendo di proseguire. Fu così che nacquero i Foredawn.

  • Quali sono gli artisti che vi ispirano?

⇒ Ivan: Ognuno di noi ha influenze diverse; dal Metal, al Pop, dalla musica anni ’70 al Grunge. In generale, Killswitch Engage, Soilwork, Slipknot, In-Flames, All That Remains, Five Finger Death Punch, Alter Bridge, In This Moment, Godsmack e Disturbed possiedono alcune caratteristiche che ci ispirano, per ora. 

  • Da dove deriva il nome “Foredawn”?

 Ricky: Quando dovevamo scegliere il nome per la band avevamo una bella lista. Un nome in particolare mi colpì: Until Dawn. Era corto, semplice da ricordare e pieno di significati ma era già occupato. Il concetto dell’alba però mi piaceva troppo così provai a cercare un’altra parola che potesse avere lo stesso significato. Trovai il nome Foredawn, lo proposi agli altri e piacque subito a tutti.

⇒ Ivan: Si sa, trovare un nome alla propria band non è mai facile. Di solito si prova a restare fedeli a un determinato significato e ai gusti personali. Stavamo cercando qualcosa di poco scontato ma che in un qualche modo richiamasse al gioco tra luce ed oscurità. “Before the dawn”, in inglese, ha un significato letterale, ovvero “prima dell’alba”. “Foredawn” non esiste sul vocabolario inglese ma viene utilizzato metaforicamente per rappresentare la primissima luce dell’alba, quella in cui, da lontano, si può ancora scorgere un tocco di oscurità, che di solito non si nota poiché troppo intenti a guardare la luce dominare sull’oscurità. Beh, era perfetto!

  • Col vostro album omonimo, che messaggi volete trasmettere a chi lo ascolta?

⇒ Irene: Noi parliamo di ciò che ci circonda e delle nostre personali esperienze. Parliamo di quello che sentiamo, soprattutto della paura nell’affrontare la vita e le sue difficoltà. Parliamo, però, anche di speranza perché vorremmo che chi ci ascolta possa riconoscere se stesso in ciò che diciamo e riesca a trovare lo spunto per superare gli ostacoli.

  • C’è qualche artista italiano che vi piace?

⇒ Tia: Sinceramente, negli ultimi anni, la musica italiana non mi ha entusiasmato molto. L’unico in cui provo un’ammirazione particolare è Caparezza. Credo sia un artista con la A maiuscola, sia a livello compositivo che umano. Se parliamo di artisti del passato, ho un elenco abbastanza ricco. De Andrè, Conte, Fossati, De Gregori.

⇒ Ivan: Ci sono molti artisti italiani che mi piacciono e che hanno contribuito alla mia crescita musicale. Ad alcuni non piacerà ma Vasco resta una leggenda, per me, semplicemente passata da un rock rabbioso e ribelle ad un pop rock orecchiabile e commerciale; ma diciamolo, lui può! Poi ovviamente come non citare i grandi cantautori Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Franco Battiato. Insomma, la storia. Un altro artista che rispetto molto è Max Gazzè che dal mio punto di vista, oltre ad essere un grande cantautore, è un musicista con i controc***i!!

  • Con quale artista vorreste collaborare particolarmente?

⇒ Ivan: Dovete sapere che, oltre ad essere batterista, suono ed amo particolarmente l’ukulele o, come la chiamo io, la “chitarrina dell’amore”. Ebbene, il mio sogno è una collaborazione con Eddie Vedder. Non importa in che modo. Sarebbe la realizzazione di un qualcosa di epico per me, oltre che un’esperienza emozionante ed indimenticabile a livello personale poiché si tratta di una persona, oltre che artista, che ammiro e stimo molto.
⇒ Tia: Mi piacerebbe molto collaborare con David Gilmour. Credo sia uno di quegli artisti che ha lasciato il segno nel mondo della musica. Trovo il suo scrivere e modo di suonare ipnotizzante. Geniale.

  • Raccontateci un aneddoto particolare sul vostro percorso.

⇒ Irene: Non saprei esattamente cosa raccontarti, nello specifico. Quello che è certo è che ogni momento passato assieme, ogni esperienza condivisa ci ha fatti unire, crescere e divertire. Soprattutto divertire!

  • Per il futuro, che progetti avete?

⇒ Ivan: E’ difficile pensare a progetti futuri quando il presente è del tutto incerto. Sfortunatamente al giorno d’oggi nel mondo della musica si è sempre e costantemente in bilico. Della serie: “Se puoi lo fai, se non puoi ti fotti”. Oggi abbiamo la fortuna di poter seguire un progetto al quale teniamo molto, domani chi lo sa? Non vogliamo illuderci, possiamo solo sperare che tutto questo possa durare quanto più a lungo possibile e che prima o poi, magari, tutti i sacrifici possano essere ripagati. Non è un segreto; chi, nel nostro ambito, non sogna di “vivere di musica”?

  • Quando vi potremo vedere live?

⇒ Irene: Il primissimo e importantissimo appuntamento è fissato per Sabato 24 Marzo al Legend Club di Milano per il nostro Release Party! Vi aspettiamo!!!

  • Concludendo, ringraziandovi per la disponibilità e augurandovi un in bocca al lupo per tutto, vi lascio uno spazio per salutare i vostri fans e i Readers del Blog.

⇒ Irene: Grazie a te dello spazio che ci hai dedicato!
Invitiamo tutti a guardare su YouTube il nostro video “Insidious Dark” e a visitare la nostra pagina Facebook e Instagram, per sostenerci e ricevere tutte le news che ci riguardano! Ringraziamo profondamente tutti quelli che ci sostengono e ci auguriamo che la nostra famiglia sia destinata a crescere! Ciao!!!


Readers, non rimane che augurarvi un buon ascolto con “Foredawn” e tante emozioni ai loro imperdibili live. Augh.



Vi lascio con il video ufficiale di Insidious Dark: una voce melodica che allieta i riff delle “sei corde” sparati dritti al cuore.


https://www.youtube.com/watch?v=BXi-DDPtlIY


Intervista e recensione esclusiva di Attilio Salaris


 

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