“Nessuna Resa”: Il nuovo album degli Strato Cosmo – La recensione

Inizia con un riff risoluto “Nessuna Resa“, il nuovo album degli Strato Cosmo. Ma non solo, attraverso “Cosa ti Aspetti” è la batteria ad essere il pilastro. I suoi cambi di ritmo, poi. Riempiono totalmente il suono insieme alla chitarra. La quale sfodera watt da ogni angolo. Da risaltare anche l’assolo di tastiera, che quasi quasi sembra di sentire una fisarmonica. Mi piace.

Mentre è con delle sonorità leggermente popolari che si presenta “Se così Non bastasse“. Tuttavia, il cuore pulsante rimane del puro e sano rock&roll. Anche qui batteria e chitarra si mettono in mostra. Perennemente. Pochi accordi, velocità, prepotenza e un assolo che scalda gli animi. Come strilla, oddio. Un assolo emotivo, istintivo. Un assolo che agisce senza neanche riflettere. Ma tutto questo movimento rallenta senza preavvisi ascoltando “Tu“, “Come una Tempesta” e “Nelle Mani Tue“. Si tratta di tre brani delicati e flautati. Tre ballads che mi fanno pensare agli anni ’80. Specialmente la prima. Qui viene rimarcato la parte pop degli Strato Cosmo. Molto piacevole l’assolo di tastiera: lento, coinvolgente. Suscita proprio emozione.

Questo ritmo rilassato prosegue anche con “Oggi come Ieri“. Sembra di ascoltare un brano cantautorale. Un brano acustico. Un brano diverso rispetto ai precedenti. Questo album è ricco di tante sfaccettature interessanti. Ma ecco che torna un sound che ha capacità di incidere. “Ancora Strada da Fare“. Tornano i riff energici ed intensi. Una traccia estremamente melodica, devo dire. Al contrario, “Scatole di Vetro” appare come una canzone rock-pop. Un’intro che mi fa immaginare Michael Jackson. Beat It, per essere precisi. Ma qui, però, non parte il celebre riff di chitarra. No. Qui partono le tastiere. Tastiere che dominano in maniera completa nonostante si percepisca una chitarra distorta. Un ritmo che sale, che aumenta. Un brano singolare, senza dubbio.

Ma tutto questo spasso termina con “Non lasciarti Mai“. Ma non sempre poiché all’interno del brano è presente una chitarra la quale si affaccia a sprazzi sfoggiando la propria potenza. Inusuale come traccia. Contiene diversi stili ma soprattutto sento il basso. Ci sono quei secondo di rock&roll limpido e trasparente. L’assolo che calza perfettamente. L’ascolto una, due, tre volte. Quei bending mi fanno uscire fuori di testa. Un assolo che nutre la mia anima in un modo assurdo. Ed infine, l’ultima traccia: “Non è la Tua“. Sono le sonorità da pianoforte ad essere il cardine. Sonorità dolorose e amare. Sonorità che procurano un malessere morale. Nonostante tutto questa angoscia, l’album termina in modo acuto grazie alle sei corde che regalano un assolo di sottofondo appassionante. Grazie ragazzi, il mio spirito ne è grato.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Vi lascio con il video ufficiale di “Cosa ti Aspetti“:


Strato Cosmo

 

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