“Corpi Fragili”: Il nuovo album degli Hotel Monroe – La recensione

È con questi suoni elettronici che inizia “Corpi Fragili“, il nuovo album degli Hotel Monroe. La prima traccia, “L’Ultima Cosa Che” si affaccia con questi sintetizzatori, i quali fanno da contorno alla voce. Alle voci, anzi, poiché c’è una presenza rap. Quindi una presenza parlata e ritmata. Mi ha sempre attirato il binomio rock&roll-rap. Un brano rap&roll, di conseguenza, che emerge con queste sonorità moderne e assai orecchiabili. Tuttavia il sound rockeggiante si percepisce, a tratti. Questo è un brano che può essere trasmesso, senza problemi, dalle radio. Provate ad ascoltarlo. Vien da subito l’istinto di canticchiare il ritornello “L’Ultima Cosa Che“. Sbalorditivo.

Da mettere in risalto la copertina dove il nome della band, “Hotel Monroe“, appare come se fosse veramente l’insegna di una struttura alberghiera. Approfondendo i motivi per cui la band ha assunto questo nome, a primo impatto, sembra di leggere la trama di Sin City, il celebre film di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino. Ma non solo, dà la sensazione anche di sprofondarsi nella lettura di un fumetto di Dylan Dog. In ogni caso, regala fascino.

Tornando all’album, “Corpi Fragili“, le sonorità moderne proseguono attraverso “Nuovi Mondi“. Si coglie appena la presenza della batteria. Una batteria elettronica, per l’esattezza. Ma qui sono i synth al centro delle attenzioni. Gli Hotel Monroe sono indubbiamente una band che esegue del rock alternativo. In “Ho Visto l’Amore Cambiare Colore” sono le melodie sofferenti fornite dal pianoforte ad essere il sostegno del brano. Un brano malinconico, ricco di amarezza e cordoglio.

Rebecca“, invece, rappresenta un desiderio. Rappresenta una fantasia contornata da questo sound alla moda. Estremamente attuale. Pop-rock, proprio. Mentre i synth ritornano con “Rocking Rolling“. Ciò nonostante, è senza dubbio la traccia più movimentata dell’album con la batteria che diventa leggermente più massiccia. Ma tutta questa forza si indebolisce con “White Fox“. Una canzone che si più definire come una leggera ballad. Qui diventa tutto soffice, ogni strumento assume una tenerezza irrazionale. Talmente delicata che sembra di sentirla, a stenti, da lontano.

Corpi Fragili” degli Hotel Monroe, giunge al termine. E termina con la traccia omonima. Una traccia che cresce d’intensità. Una traccia connaturata, profonda con questo riff di chitarra che richiama molto il rock&roll crudo e selvaggio. Quello che piace a me. Una delle mie canzoni preferite dell’album, senz’altro.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Hotel Monroe

 

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