I Gassa d’amante ed il loro nuovo album: “Cose Strane” – La recensione

Onirica“, la prima traccia del nuovo album dei Gassa d’amanteCose Strane“, già dalle prime note mi fa avvertire un’atmosfera tremendamente pop. Un’atmosfera moderna, moderata. Un’atmosfera controllata e temperante. Che peccato però quello slide di chitarra elettrica così in sottofondo, avrei preferito sentirlo in modo più rimarcato rispetto ai sintetizzatori. Uno slide capace di attrarre e di suscitare un forte interesse da parte mia. Curioso anche il ritmo della batteria che ricorda un po’ gli anni ’80.

Con “Cambio Umore” il sound diventa più intenso. Più sregolato. La batteria che assume una prepotenza considerevole. Qui tutto appare più incisivo in verità. Voce, synth, ritmo. Un brano che, in sintesi, mette in condizione al benessere di dilagare tra le sinapsi. Di manifestarsi liberamente senza costrizioni. Senza peli sulla lingua. Mentre il brano omonimo all’album, “Cose Strane“, risulta un po’ una via mezzo tra l’essenza equilibrata e quella più incontrollata e incontrollabile.

I brani che probabilmente appagano maggiormente i miei sensi sono “Distante” e “I Cieli di Magritte“. Attraverso queste canzoni, infatti, scopro l’energia che può sprigionare la voce. L’aspettavo. Aspettavo uno sfogo emotivo. E affiora nei migliori dei modi. Con un raschiato ruvido. Un raschiato che mi piace parecchio. Mi vien da dire finalmente, quasi. Finalmente si abbandona scaricando tutta la propria emozione. Sembra davvero di ascoltare un’altra voce. Questo può essere inteso come una capacità eclettica, comunque. Una capacità versatile.

L’ombra degli anni ottanta è onnipresente nello spirito dei Gassa d’amante. Si respirano, proprio. Per confermare ciò che dico basta ascoltare “Quello che Resta” e “Il Mondo Immobile“. Brani che chiudono l’album. Brani in cui le sei corde, con i loro tocchi, regalano quella sfumatura robusta. Ma ciò che regna incontrata è la melodia soffice e morbida. Una melodia carezzevole. Fatata.


Voto: 8Trovo singolare avere due anime che si intrecciano in modo così evidente. In modo così lampante e naturale. Tutto questo con l’intento di dar vita ad un sound caratterizzante. Due anime nitide e distinte che si mescolano tra penetranti assoli di chitarra e note serafiche.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


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Gassa d’amanteCose Strane:


 

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