“Apologia di un Destino Comune”: Il nuovo album di Franco Giaffreda – La recensione

Dopo la recensione su “Gli Strani Giorni di NOInessUNO” è arrivato il momento di ascoltare il nuovo album di Franco Giaffreda: “Apologia di un Destino Comune“. Il quale esordisce in modo strumentale attraverso la prima traccia “2020“. Una traccia dove viene esibita un’abilità importante nel suonato, un groove trascinante tra assoli di chitarra elettrica densi di bending ed una batteria che non fa altro che dettare il ritmo in modo compatto e determinato. Altre due tracce altrettanto appassionanti e completamente strumentali sono “Incredibile Realtà” e “Re-legati“. Un sound rock&roll. Un sound stimolante, invitante. Daje.

Quest’atmosfera fortemente impetuosa prosegue anche con il brano “Contro Corrente“. Un rock&roll melodico, devo dire. Ma qui è la voce che debutta. E debutta con un testo anticonformista. Un testo controcorrente, infatti. Un testo interessante. Un testo circondato da sonorità che possiedono diversi livelli di intensità sempre più esplosivi. Determinanti.

Tramite “Oltre la Tempesta” e “Di Chi è la Colpa?“, invece, avverto un’impronta maggiormente ferrea e ruvida. Un’impronta dettata dalle sei corde elettrificate che danno vita a dei riff davvero coinvolgenti. Essi mettono in condizione di rendere partecipe chi ascolta. Probabilmente tra i miei brani preferiti di tutto l’album. Mi piacciono molto. Specialmente gli assoli. Poiché risultano più hard rock e meno influenzati dal metal. Quindi degli assoli più orecchiali e per i miei gusti più gradevoli. Come sono gradevoli “Niente ha più Senso“, “Solo le Nuvole“, “Nel Silenzio“, “Momenti” e “Sospeso fra le Stelle“. Esse rappresentano delle ballads dove tutto si rallenta, creando così un clima intenso e intimo. Un clima singolare. Originale. La parte strumentale è molto rimarcata, specialmente nella seconda citata. Davvero notevole. Questi sono brani che rilassano, che distendono. Brani che ispirano del benessere spirituale. Tanta roba.

La traccia numero 11, “Invisibile Vampiro“, erompe e rivela un’essenza deflagrante. Dura. Un’essenza decisa e granitica. Caspita, quanta potenza che emana. Sembra di assistere ad una liberazione. Ad un’apertura come se fosse uno sfiatatoio. Comunque, “Apologia di un Destino Comune” giunge al termine attraverso il suo brano omonimo. Una ballad incorniciata da un pianoforte malinconico ed un testo rilevante. Un testo e delle note che infondono profondità. Un brano che suscita rarità e serietà. Un brano che suscita del limpido spessore.


Voto: 9.5Un progetto interessante. Questo è un album davvero impegnativo. Esso tiene occupata la mente attraverso dei testi indirizzati, precisi, nitidi. Non solo, la tiene occupata anche con la parte strumentale. La quale si mette in mostra in modo impeccabile. A regola d’arte.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


Potete seguire e ascoltare Franco Giaffreda su Facebook, Spotify e sul Sito Ufficiale.


Franco Giaffreda Apologia di un Destino Comune:


 

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