Intervista ai Souls of Diotima: “La nostra musica, le nostre radici”

The Sorceress Reveals – Atlantis“, l’album dei Souls of Diotima, attira già dalla copertina. Una copertina appariscente che fa pensare subito ad una lotta tra il bene e il male. Una sorta di Paradiso e Inferno. Dove tanti ambiscono ad arrivare al primo, ma nel secondo ci si diverte di più. Decisamente.

Inizio ad ascoltare e vengo immediatamente rapito da questo carillon, nella prima traccia omonima. Si tratta di un breve intervallo. Sembra quasi l’avvio di un film con questo prologo che precede l’inizio dell’album con una funzione introduttiva. L’album comincia con “The Land of the Wind“. L’attesa sale, cresce. Sbam. Arrivano così impetuosi i riff delle sei corde. Qui c’è del metal. Il sound parla chiaro. Un metal melodico, una voce eufonica. Mi aspettavo un growl potente, invece è arrivata tutta questa delicatezza. Delicatezza che si interrompe all’istante. Qui i cambi di ritmo fanno semplicemente inebriare. Fanno divertire. Rock&roll baby. Un assolo, poi, che (a tratti) si avvicina molto all’hard-rock più che al metal. E questo mi piace assai. Cioè, questo è un brano di 8 minuti. E vanno goduti tutti. Compresi quei pochi secondi da pura ballad.

C’è da dire che ai Souls of Diotima piace il tapping. Gli piace tanto, caspita. Lo usano sfruttando tutta l’energia della chitarra. Ma non solo, gli piace pure quest’atmosfera quasi fiabesca. Ho la sensazione di essere davanti ad una commedia irreale e magica. Tutto questo si riscontra in “Stories, Songs and Celebrations“. Nel quale il tutto viene circondato, in particolare, dal doppio pedale della batteria. Qui c’è del movimento. C’è velocità. Mentre si respira aria di tradizione con l’intro di “Divine Love“. Una fisarmonica che anticipa una ballad soft. Una ballad morbida. Voglio evidenziare, qui, l’assolo. Avete presente i brividini dietro la nuda schiena? Ecco, è ciò che mi provoca. Non c’è da aggiungere null’altro.

Questo è, senza dubbio, uno degli album più impegnativi che ho ascoltato ultimamente. Risulta pieno, ricco. Impegnativo, inoltre, perché c’è davvero tanto da dire. Con “Fate and Destiny” e “Gold and New Horizons” tornano i watt che sprizzano da tutti i pori. Torna un sound crudo e grezzo. Il dinamismo è un sinonimo di questi brani. Riff di una rapidità assurda che fanno da sfondo ad una voce dotata di un’enorme sonorità. Una voce leggiadra (mi piace molto questo termine – leggiadra).

L’immaginazione qui varia in maniera perenne. Attraverso l’album, “The Sorceress Reveals – Atlantis“, le sinapsi sono sempre attive. Sono sempre elettriche. Tant’è vero che ascoltando “The Battle of Giants“, “Zeus Unleashed” e “Atlas Condemned” sembra di stare in marcia, combattendo per chissà quale imperatore. Fango, pioggia, sudore e stanchezza. Fino al punto che dal nulla emerge questo ritmo poetico per poi riprendere con una decisione più risoluta. Anche qui il doppio pedale della batteria si mette in risalto. In scioltezza. All’inizio dell’ultima canzone citata, ho avuto l’impressione di vivere nel periodo della “sacra” inquisizione. Sconvolgente. Scioccante, proprio. Ma ecco il growl. Un growl maschile però. Un growl robusto in “Tears of Fury“. Daje.

Il clima diventa acustico, diventa popolare con “Our Atlantis“. Qui si sente proprio la Sardegna. Emozionante. Suscita proprio passione con questo ritmo lento, pacato e tranquillo. Ma è inutile, le sei corde hanno solo voglia di farsi sentire. Hanno solo voglia di esibire tutta la loro efficienza. Uno dei miei brani preferiti dell’album. Mi ha sedotto. Album che termina. E termina con un monologo molto interessante. In conclusione “The Sorceress Reveals – Atlantis” è da ascoltare, riascoltare e riascoltare ancora. Questo è un album che conquista.


Ora conosciamo in modo dettagliato i Souls of Diotima.

  • Ciao ragazzi, benvenuti nel Blog. Raccontateci dei vostri esordi, come vi siete conosciuti?

Giorgio: Ciao Attilio grazie a te. Agli esordi venivamo tutti da esperienze musicali diverse, e dopo varie vicissitudini si è arrivati oramai da molti anni, all’attuale formazione. La band è nata nel 2004, eravamo molto diversi da ora ovviamente, e per giungere ad una formazione stabile è necessario molto lavoro, avviene quasi una selezione naturale, solo chi decide di affrontare un discorso musicale in modo professionale mantiene le sue “mani” all’interno di una band. La vita di una band non è facile anche se tutto è ricompensato da innumerevoli soddisfazioni, ma ci vuole pazienza, rispetto per i caratteri diversi di ognuno di noi, e alla fine si viene a creare una famiglia, dove ogni membro ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma una volta sul palco si genera una strana alchimia, pura magia, allora in quel momento capisci che tutto torna.

  • Quali sono gli artisti che vi ispirano?

Claudia: Non abbiamo nessun artista in particolare che ci ispira, ma semplicemente abbiamo assorbito tutto quello che musicalmente ha segnato la nostra adolescenza, Siamo tutti figli degli anni ‘80, e penso che quella decade abbia molto influenzato ognuno di noi quattro, ascoltiamo di tutto, dalla musica classica a quella d’autore, non solo il metal o il rock, quello lo suoniamo. Riteniamo che un musicista debba avere orecchie per tutto senza preconcetti di genere. L’ispirazione è un qualcosa che viene fuori poi nelle nostre composizioni in maniera del tutto naturale e inconsapevole, fissarsi solo con un genere od un artista, significherebbe scopiazzare da più parti e questo non sarebbe un bene.

  • Da dove deriva il nome “Souls of Diotima”?

Giorgio: Tutto nasce da mio percorso di studi, anche se non sembra sono un dottore in Filosofia e nell’anno della formazione della band ero in pieno percorso universitario, in particolare preparavo un esame su Platone, ed è proprio da li che deriva in nome. Diotima infatti è una sacerdotessa greca che viene descritta da Platone nel suo Simposio, e proprio lei istruisce gli altri filosofi tra cui Socrate su vari argomenti. Noi come band non abbiamo certo la presunzione di istruire nessuno con le nostre canzoni, ma, di  affrontare argomenti, magari un po’ diversi dal solito, quello si, se poi aggiungi il fatto che la nostra è una voce femminile, allora capisci del perché di questo nome.

  • Col vostro album “The Sorceress Reveals – Atlantis”, che messaggio volete trasmettere a chi lo ascolta?

Claudia: L’album è uscito nel 2016, ora abbiamo appena finito di registrare il nuovo, il nostro quarto album, che uscirà nel 2020. Riguardo alla tua domanda, in realtà nessun messaggio. In “The Sorceress Reveals – Atlantis” è un concept dove parliamo della nostra terra, la Sardegna. Secondo molti studiosi, la terra di Atlantide, era proprio la Sardegna, quindi ci è venuto quasi naturale affrontare quell’argomento creando una sorta di musical metal, immergendoci a pieno nelle nostre radici. La storia del mito di Atlantide è davvero affascinante e abbiamo affrontato l’argomento romanzandolo nei limiti del possibile, prendendo spunto dalle storie che sin dalla nostra infanzia sentivamo raccontare sulla nostra isola. Questo è stato un argomento affrontato da molte band e non solo, ma chi meglio di noi può farlo (risata). Un unico messaggio potrebbe essere che nella propria arte, nella musica in questo caso non bisognerebbe mai dimenticare le proprie radici, anche da un punto di vista sonoro, in questo modo non ci si uniforma a tutte le altre band, proponendo magari qualcosa di diverso, e questo anche se spesso, la propria terra natia si dimentica dei propri artisti.

  • C’è qualche artista italiano che vi piace?

Giorgio: Assolutamente si. Ognuno di noi quattro naturalmente ha delle preferenze diverse, ma parlando a nome di tutti, amiamo gran parte del cantautorato italiano, per fare dei nomi, De Andrè, Battiato, Tenco, Fossati, fino ad un mondo che si avvicina di più a quello nostro con la PFM, Il Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, I Goblin, fino alla musica più sperimentale con Giorgio Moroder, che ha scritto della pagine storiche nella musica mondiale. Non si può prescindere dalla musica del proprio paese, e chi lo fa con un aria di distacco, non ha capito un granché.

  • Raccontateci un aneddoto particolare sul vostro percorso.

Giorgio: In realtà ci sono tanti aneddoti e questi accadono ovviamente per la maggior parte quando siamo in tour. Alcuni ovviamente non possono essere raccontati (risata) e rimarranno con noi per sempre, ma ad esempio mi viene in mente un live del 2013 in Repubblica Ceca riguardante me stesso. Quel giorno pur essendo in Maggio c’era molto freddo ed il live era all’aperto. Bisogna premettere che io sono un po’ ipocondriaco, detto questo, a fine scaletta, mi sono accorto che il mio pollice non si chiudeva più e non riuscivo ad impugnare più la bacchetta, ovviamente, preso dal panico, ho subito pensato, che il dito si fosse rotto,e fu allora che alla fine dell’ultima canzone sono svenuto per terra dietro lo sgabello della batteria, in realtà il dito non era rotto ma si era bloccato per il freddo, ma io non potevo saperlo (risata). Ma gli episodi sono davvero tanti, come quando abbiamo dormito dentro un camper prima di un live in Austria mentre fuori c’erano 20 gradi sotto lo zero, o la nostra casa a Parigi proprio sotto un enorme campanile che suonava ogni mezzora, ma ovviamente questi sono quelli narrabili (risata).

  • Per il futuro, che progetti avete? Dateci qualche news piccante.

Claudia: Siamo in una fase molto importante della nostra carriera, come detto in precedenza siamo appena tornati dallo studio in Svezia dove abbiamo registrato in nostro nuovo album, che uscirà nel 2020. Siamo in attesa di importanti news, che non possiamo ovviamente ancora rivelare, ma possiamo già anticipare che dopo l’uscita dell’album torneremo in tour. Ciò che possiamo dire è che questo ultimo lavoro appena finito è davvero una bomba, questo perché siamo arrivati ad una piena consapevolezza musicale che forse un po’ prima mancava, ad una maturità compositiva sotto ogni aspetto e ad una coesione e serenità tra di noi, che ha trovato pieno sfogo in questo ultimo nostro lavoro.

  • Quando vi potremo vedere live?

Claudia: Come già anticipato, dopo l’uscita dell’album torneremo in tour, ancora non possiamo dare dettagli, ma di certo non vediamo l’ora di farvelo ascoltare dal vivo.

  • Concludendo, ringraziandovi per la disponibilità e augurandovi un in bocca al lupo per tutto, vi lascio uno spazio per salutare i vostri fans e i Readers del Blog.

Claudia: Salutiamo tutti i vostri lettori, ringraziamo te per l’intervista, ed invitiamo tutti a seguirci nei nostri canali ufficiali Facebook, Instagram, YouTube, Spotify, per rimanere sempre aggiornati sulle nostre news, e speriamo di vedervi presto sotto il nostro palco nella vostra città.


Potete ascoltare e seguire i Souls of Diotima su Facebook, Instagram, YouTube, Spotify e sul loro sito ufficiale. Augh.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


Souls of Diotima – The Sorceress Reveals – Atlantis

Souls of Diotima

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