Maurizio Tommasini: Una carriera tra Sanremo e “Addio Clochard” – L’intervista

Maurizio Tommasini si può definire in tanti modi. Autore, compositore, musicista, produttore. In sintesi è un artista a 360°. Quelli con la “A” maiuscola. Una carriera, la sua, ricca di collaborazioni. Nelle vene di Maurizio Tommasini non scorre del semplice e banale sangue. No, piuttosto qui scorrono spartiti e accordi. Scorre la musica.

Per dar valore a questa affermazione basta semplicemente farsi trasportare con la colonna sonora di “Addio Clochard“, un cortometraggio che merita di essere risaltato. Un cortometraggio vincitore del premio “Rai Cinema Channel” durante il XII Festival Internazionale “Tulipani di Seta Nera“. Vedere e “sentire” per credere.

Questo è un cortometraggio intenso, violento, crudele. Un cortometraggio che raffigura la nostra società. Sono 15 minuti di pura emozione, nei quali “Mario“, il protagonista, rappresenta un padre che ha perso la sua onorabilità. Mario è un uomo senza più nemmeno un briciolo di dignità. Senza più stima, senza più rispetto. Una società che permette questo non si può considerare giusta. Non si può considerare all’avanguardia. Al contrario, una società che permette questo è solo da definire malata. Inadeguata. Una società senza più idee e ideali. Questa è una società vuota. Tuttavia, nel firmato viene valorizzato un gesto di un bambino. Un gesto che riempie il cuore. Un gesto che fa sperare.

Addio Clochard” è abbracciato dal pianoforte di Maurizio Tommasini. Pianoforte che si presenta proprio come una cornice. Una cornice su misura, in cui viene disegnato un profilo drammatico. Questa colonna sonora è grigia, dolorosa. Offre esclusivamente amarezza dove ogni nota rappresenta angoscia, rammarico e afflizione. Dove ogni nota rappresenta la sconfitta.


Ora è arrivato il momento di scavare nella vita artistica di Maurizio Tommasini.

  • Ciao Maurizio, benvenuto nel Blog. Raccontaci dei tuoi esordi. In che modo hai conosciuto la musica e gli strumenti?

Ciao, ho iniziato a suonare il pianoforte all’età di 8 anni grazie a mio fratello Vito e successivamente, a 13 anni, la chitarra. Ed è proprio con la chitarra (ed ascoltando Lucio Battisti) che ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni. A casa mia si è sempre respirata aria di musica, pensa che mio padre da ragazzo ha suonato in un gruppo negli anni ’60, era il batterista della band.

  • In quale momento della vita hai capito che la tua strada fosse questa?

Ho sempre avuto un riscontro positivo dalle persone che ascoltavano le mie canzoni, tant’è che nel 1998 decido di iscrivermi alle selezioni di Sanremo; fu una bellissima esperienza perché sono arrivato alle finali nazionali. Ripeto l’esperienza nel 1999 e arrivo nuovamente alle finali nazionali. Nel periodo “Sanremese” ho conosciuto Max Monti e Mauro Pilato (Dj-produttori, noti per aver remixato e pubblicato nel 1994 il brano “Gam Gam”). Avevano a Rimini uno studio di registrazione ed è stato lì che ho registrato i brano che ho presentato alle finali nazionali di Sanremo del 1998 e del 1999. Poi ho conosciuto Claudio “Cinquino” Centin (per vent’anni ha ideato e realizzato capi di abbigliamento ed accessori per Vasco Rossi, Ligabue, Zucchero, Axl Rose, Bono Vox, Bob Geldof e tanti altri). Cinquino è stato il mio primo manager, una persona davvero eccezionale (grazie a lui ho conosciuto Vasco Rossi!). Conosco, infine, in quel periodo Enzo Franchini in arte “Lorenzo Marengo” (stilista e musicista, è partecipe del successo di Renato Zero, Vasco Rossi, Amanda Lear, Donna Summer, Asha Putly, Fred Bongusto, ad esempio. Per Vasco Rossi ha scritto la canzone “Come nelle fiabe” con la quale Vasco ha vinto il concorso canoro “L’Usignolo d’Oro” nel 1965). Insieme a Lorenzo Marengo ho scritto un brano, “Chissà Dove Sei”. Ecco perché in quel periodo ho avuto davvero la sensazione di aver imboccato la strada giusta. Ho fatto un mare di concerti, quello più importante al MotorShow di Bologna (sul palco con me due ospiti d’eccezione: il chitarrista Massimo Varini e l’allora pilota di F1 Eddie Irvine).

  • Quali sono gli artisti che ti ispirano?

Mi ispira soprattutto la vita, le emozioni. Stilisticamente parlando i miei artisti preferiti sono Lucio Battisti, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Vasco Rossi, Negramaro, Sting e Bon Jovi.

  • Con quale artista sogni di collaborare, invece?

Sogno di collaborare con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro ad un progetto musicale/cinematografico.

  • Parlando del cortometraggio “Addio Clochard”, com’è nata la tua colonna sonora?

Ho incontrato casualmente il regista Michele Li Volsi e mi disse che aveva finito di girare da poco un cortometraggio sui barboni, il bullismo e la violenza in genere. Gli chiesi subito se avesse già scelto la colonna sonora. Lui rispose di no e allora gli proposi di fargli ascoltare qualcosa entro un paio di settimane. Dopo qualche giorno gli inviai una registrazione di pochi secondi tramite WhatsApp e gli piacque molto. Pensa che ho scritto la musica senza nemmeno guardare il cortometraggio. Poi al resto ci ha pensato il mio amico/musicista Gianluca Almanza, infatti ha completato il brano, lo ha arrangiato, suonato e registrato.

  • Cosa pensi, a proposito, di questa società?

Penso che ci sia mancanza di valori. Dalla TV arrivano messaggi fuorvianti e la gente vive e si immedesima nei personaggi dei reality. Abbiamo sostituito le relazioni con gli smartphone e i social, purtroppo.

  • Riguardo il cortometraggio “La forza di Alice“, invece, com’è nata la sua storia?

A marzo di quest’anno ho iniziato a scrivere la storia de “La forza di Alice”.
Una storia dove tratto alcuni temi molto importanti (in particolar modo la violenza sulle donne e la fecondazione assistita). Dopo qualche mese, sempre grazie al regista Michele Li Volsi, “La forza di Alice” diventa un nuovo cortometraggio (che mi vede anche come produttore insieme al regista Li Volsi, alla Ciak Italy Cinematografica e ad Impronte Musicali). Apportate alcune modifiche dal regista, che ne diventa quindi anche co-autore, iniziano le riprese a fine settembre. La regia, come in “Addio Clochard”, è affidata a Michele Li Volsi e Marcello Randazzo. La colonna sonora del nuovo corto è scritta da mio fratello, Vito Tommasini. Musiche e sonorizzazioni di Gianluca Almanza. Attualmente il corto è in concorso a vari festival (David di Donatello, Tulipani di seta nera, Berlin Festival e non solo).

  • Raccontaci un aneddoto particolare nel corso della tua carriera.

Ero ospite ad “Help”, un programma televisivo condotto da Red Ronnie. Prima però doveva esibirsi un altro cantante, Daniele Groff (tra l’altro era l’anno del suo debutto ed aveva appena vinto Sanremo Famosi). Io ero dietro le quinte e ad un certo punto, per errore, mi chiamano e mi invitano ad esibirmi prima di Daniele Groff. Red Ronnie mi presenta al pubblico e canto. Nel frattempo intravedevo Groff dietro le quinte era nervosissimo! Il pubblico gradisce la mia esibizione e la mia canzone. Quando dopo arriva sul palco Daniele Groff il pubblico ripete ancora il mio nome. Groff canta e mi guarda, era arrabbiatissimo. A metà della sua interpretazione sono scappato via, ero dispiaciuto per lui ma dentro gioivo.

  • Per il futuro, che progetti hai?

Sto scrivendo un film, ma al momento la storia è Top Secret. Inoltre sto scrivendo un brano per un’interprete femminile che penso di registrare entro il prossimo gennaio.

  • Concludendo, ringraziandoti per la disponibilità e augurandoti un in bocca al lupo per tutto, ti lascio uno spazio per salutare i tuoi fans e i Readers del Blog.

Saluto chi mi segue, soprattutto sulle mie pagine social; a loro dico che presto ci saranno molte novità. Saluto inoltre i Readers del Blog e ringrazio voi per l’intervista.


Quando per strada incrociate un barbone, una prostituta, un escluso, un dimenticato, regalategli un gesto d’amore. Regalategli fiducia. Regalategli due chiacchiere. Donategli una carezza a queste persone che hanno ricevuto solo schiaffi dalla vita. Augh.


Intervista esclusiva di Attilio Salaris


 

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