Roccia e il suo “Punto e a Capo” – La recensione

Ed è attraverso un arpeggio armonioso ed una strimpellata leggera che vengo accolto dal nuovo album di Roccia: “Punto e a Capo“. La prima traccia si intitola “Nota Audio“, e devo dire che tutti gli indizi portano a pensare ad un progetto interamente pop. Quindi con sonorità equilibrate e disciplinate. Mentre questo sound educato è unito ad un rap parlato e ricco di melodia. Ogni tanto appare la chitarra con un mini assolo. Interessante.

Con “Ristretto” questa miscela di generi risulta ancora più rimarcata. Le sei corde che regalano dei riff poderosi, energici. Una batteria, inoltre, che fa sentire costantemente la sua presenza. Essa si comporta proprio come un metronomo. Qui c’è del movimento. Si avvertono i watt che manifestano tutta la loro prestanza. Mi piace il ritmo che si crea, tant’è che pure tramite “Open Bar” l’influsso degli strumenti è abbinata in modo molto piacevole. Essi non fanno altro che mettersi in evidenza. Come si mettono in evidenza con “Tre Quattro Sei“. In particolare l’intro data dalle note del pianoforte. Note ricche di tempo. Questo brano porta solo ad accompagnare. Probabilmente il mio preferito. E come se non bastasse, il duetto con la voce femminile lo trovo estremamente coinvolgente.

La vera natura parlata, che riporta in mente il rap americano, emerge con “Felpa Arancio” e “Però“. Ecco, qui la voce diventa cattiva. Come piace a me. Essa si fa dura, spietata, perfida. Acerba. E in entrambe le canzoni il tutto è contornato da suoni moderni ma terribilmente imperscrutabili e nascosti. Suoni ermetici.

Punto e a Capo“, il nuovo album di Roccia, giunge al punto di arrivo per mezzo di “Vuoti di Stomaco“. Una traccia molto orecchiabile. Specialmente nel ritornello. Ma ciò che apprezzo davvero è l’aver rilevato l’utilizzo di strumenti all’apparenza lontanissimi da questo genere musicale. Un utilizzo importante, sostanzioso. Un utilizzo consistente. Daje.


Voto: 8.5Sebbene si tratti di un genere distante dai miei gusti, non posso non individuare e constatare il valore di questo album. Un album, a tratti ostinato, che attribuisce importanza agli strumenti musicali. Qui le sei corde e la batteria risultano un vero e proprio riferimento.


Recensione esclusiva di Attilio Salaris


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RocciaPunto e a Capo:


 

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